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COCULLO – “La candidatura di Cocullo può dare visibilità a tutti i borghi che potrebbero rinascere dalle difficoltà”. E’ un passaggio dell’intervento del sindaco di Cocullo Sandro Chiocchio che tira le somme del Rito dei Serpari all’insegna di tradizione e sicurezza con le novità introdotte dalla circolare Gabrielli. In migliaia ieri si sono recati nella piazza blindata per non perdere l’appuntamento del primo maggio. Ora si guarda avanti, alla candidatura Unesco, con la forza che arriva anche dai piccoli comuni dopo la carta d’intenti firmata lunedì scorso. “La spinta territoriale è massima e ne simboleggia l’appoggio del territorio a questa festa e alla candidatura di Cocullo che può dare visibilità a tutti quei borghi che hanno bisogno di politiche adeguate per rinascere”- ha rimarcato il primo cittadino. La festa di San Domenico, appunto, meglio conosciuta come il rito dei Serpari, è la tradizione italiana più nota al mondo dopo il Palio di Siena. Un rito mutuato dal Cristianesimo nella venerazione di San Domenico da Foligno. Non a caso la candidatura di Cocullo è stata inserita nella lista salvaguardia urgente per combattere lo spopolamento dei piccoli territori e tutelare le tradizioni. Un passaggio importantissimo per Cocullo, per l’Abruzzo e per il nostro Paese che risulta essere al primo posto per siti individuati come Patrimonio dell’Umanità. Ora la sfida è tutelare anche il patrimonio immateriale, forse il più fragile. Va avanti nel frattempo il cammino dedicato a San Domenico, alla sua prima edizione, che al momento promette bene.

Andrea D’Aurelio

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