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SULMONA – Si presentò prima in località Monte Pratello per tagliare tre piante di faggio e poi rubò cinque quintali di legna per fare rifornimento per l’azienda, caricandoli sulla sua auto. Per quella “pensata” un imprenditore 50 enne di Rivisondoli, S.F., è stato condannato ieri dal giudice monocratico del Tribunale di Sulmona, Concetta Buccini, alla pena di sei mesi e un giorno di reclusione e al pagamento di duecento euro di multa. L’uomo ha ottenuto la concessione delle attenuanti generiche e la sospensione della pena. I fatti risalgono al 17 ottobre 2015 quando il 50 enne si recò sul suolo demaniale del comune di Rivisondoli in località Monte Pratello per tagliare tre piante di faggio, in zona soggetta a vincolo paesaggistico, ambientale e idrogeologico, senza le prescritte autorizzazioni, avvalendosi di due operai che utilizzavano una motosega. In quella stessa circostanza l’imprenditore, al fine di procurarsi un profitto, dopo aver abusivamente tagliato le piante, si impossessò di cinque quintali di legname caricandoli su un’auto e dileguandosi. La Procura gli ha contestato l’aggravante di aver commesso il fatto con violenza sulle cose e su cose esposte alla pubblica fede. Aggravante che è caduto in sede processuale, grazie al racconto reso dai testi e dai Carabinieri che eseguirono l’attività investigativa. Per questo il giudice, su richiesta dell’avvocato della difesa Pietro Savastano, ha concesso le attenuanti generiche all’imputato che è stato comunque condannato. Per quei soli cinque quintali di legna rubati, quantità  in effetti non proprio ingente, l’imprenditore si è beccato sei mesi e un giorno di reclusione e una multa da duecento euro. La pena resta sospesa e la legge non perdona. Dura lex sed lex. Vale a dire è dura ma è legge.

Andrea D’Aurelio

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