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SULMONA – Il 17 febbraio 2019, ormai un anno fa, Onda Tg parlava di “degrado ad oltranza” come dimostra il servizio televisivo caricato sulla piattaforma di youtube. Altro giro e altra corsa. La situazione è peggiorata. La discarica a cielo aperto si sta allargando sulle sponde del fiume Vella dove l’inciviltà regna sovrana nella più totale indifferenza. Lanciare i rifiuti nel fiume è diventata una pessima e cronica abitudine che non rende giustizia all’immagine di una città che svetta nella classifica della raccolta differenziata. Una scena che fa accapponare la pelle e che ha fatto scattare, a più riprese, le proteste dei residenti di via Fiume, via Piave e via circonvallazione orientale. Perché ammirare il macabro “spettacolo” tutte le mattine non è il massimo. L’esposto alle autorità competenti, anche in campo sanitario, è quasi dietro l’angolo. L’appello al buon senso è per chi non ha rispetto della città e dell’ambiente. Il divieto di abbandono di rifiuti è contenuto nel Testo Unico sull’ambiente (D.lgs. 3 aprile 2006 numero 152) all’articolo 192 che si applica ad ogni genere di rifiuto, liquido o solido, abbandonato sul ciglio della strada o nel sottosuolo. Allo stesso modo, il divieto di abbandono dei rifiuti si estende anche sulle acque superficiali, come mari laghi e fiumi, e in quelle sotterranee, ovvero le falde acquifere. Le sanzioni per i privati cittadini che abbandonano/depositano i rifiuti in strada e ovunque non sia espressamente consentito, vanno da un minimo di 300 euro ad un massimo di 3.000 euro, in relazione alla quantità/pericolosità dei rifiuti. Le cose cambiano se i rifiuti vengono abbandonati durante lo svolgimento di un’attività professionale oppure con una condotta pianificata e organizzata. In questi casi, infatti, si parla di vera e propria responsabilità penale (ex articolo 256 del Testo Unico Ambiente).

Andrea D’Aurelio

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