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SULMONA – Sei ore di attesa in ospedale per sottoporsi a una radiografia, dopo il ricovero presso il pronto soccorso, ma la prestazione sanitaria viene eseguita soltanto dopo la minaccia di ricorrere alle forze dell’ordine. Protagonista dell’ennesima disavventura al locale nosocomio è un’anziana di 82 anni che è stata trasportata in ospedale ieri a mezzogiorno per una complicazione dell’ultimo minuto e viene fissata una consulenza radiografica per le 14,30. Cominciano a passare le ore e i minuti e la nuora, che accompagnava la donna assieme ad altri familiari, si arma di pazienza anche perché esistono urgenze e priorità. Ma sei ore di attesa non sono di certo poche e chiede spiegazioni. Il personale del pronto soccorso aveva già sollecitato la radiologia. “La risposta è stata che hanno emergenze più importanti di mia suocera”- racconta la nuora della sfortunata 82 enne- “e quel punto ho detto che al massimo entro mezz’ora dovevano fare l’ esame. Il medico da lontano ha minacciato di chiamare i Carabinieri ma io ho fatto altrettanto. Tutto da quel momento si è risolto nel giro di venti minuti”. E’ una storia come tante altre che è tale però da assurgere agli onori della cronaca nel momento in cui la sanità non viaggia di pari passo con le esigenze degli utenti. L’attrattività di un ospedale passa anche per la gestione delle attese ma a Sulmona la carenza di personale si scontra con le emergenze e il conto alla fine lo pagano gli utenti.

Andrea D’Aurelio

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