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SULMONA -Chiedono da bere, ma il barista  nega loro altro alcol e scoppia il parapiglia. Per la scena da far west che si è consumata dentro e fuori un locale di Pratola Peligna, il 13 maggio 2018 proprio nel corso dei festeggiamenti della Madonna della Libera, la Procura della Repubblica di Sulmona ha emesso tre avvisi di garanzia, notificati a conclusione delle indagini preliminari. G.S. di 27 anni e F.G. di 32 anni di Sulmona e P.D.C. di 54 anni di Castel Di Sangro sono indagati a vario titolo per i reati di violenza privata in concorso, lesioni personali e danneggiamento. Stando al quadro accusatorio, i tre sarebbero giunti in un bar in procinto di chiudere, chiedendo da bere, ma il barista, notando lo stato di alterazione in cui si trovavano i due e nel pieno rispetto dell’ordinanza comunale che vietava la somministrazione di bevande alcoliche dopo le tre, gli ha negato la consumazione e questi, non contenti, hanno preso a sfasciare il locale. Barista, buttafuori e proprietario dell’attività commerciale sono intervenuti per fermare la furia dei tre avventori, ch e, cacciati dal locale, si sono accaniti su sedie e tavolini presenti all’esterno. Al 54 enne di Castel Di Sangro la Procura contesta solo il reato di violenza privata per aver, in concorso con gli altri due, prima minacciato il titolare e poi, una volta estromesso dal locale, danneggiato la serranda metallica con calci e pugni, scagliandole contro sedie e tavolini. Ai due giovani di Sulmona il Sostituto Procuratore Aura Scarsella, titolare dell’inchiesta, contesta violenza privata, lesioni e danneggiamento. Nel caos che entrambi avrebbero scatenato lungo via Carso, sono rimasti feriti anche due giovani del Venezuela, estranei ai fatti, che si sono beccati un pugno in faccia. Uno di loro ha riportato venti giorni di prognosi mentre l’altro, un 19 enne, è stato soccorso dai sanitari del 118 per una lesione fratturativa dell’orbito maxillo-facciale con una prognosi superiore a trenta giorni. I tre indagati avranno ora il tempo necessario per depositare, tramite i loro legali, le memorie difensive e chiedere di essere interrogati. Toccherà poi alla Procura chiedere l’archiviazione al Gip o il rinvio al giudizio al Gup.

Andrea D’Aurelio

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