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SULMONA – I tempi tecnici ci sono per i consiglieri comunali di centrodestra che insistono con la mozione di sfiducia all’indomani dell’appello lanciato dal consigliere comunale, Bruno Di Masci che ha proposto le dimissioni contestuali per sciogliere il Consiglio Comunale. L’intento di tornare alle urne è comune eppure si scelgono due strade diverse. Il centrodestra vuole la resa dei conti in aula. “L’invito del signor Bruno Di Masci, consigliere comunale di opposizione, rivolto a tutti i consiglieri, ed in particolare a quelli che fanno riferimento alle forze politiche di centro destra, a sottoscrivere contestuali dimissioni per provocare la caduta dell’attuale amministrazione Casini, a suo dire dovute in ragione del tempo ristretto a disposizione per pervenire ad elezioni nel prossimo mese di maggio, merita alcune osservazioni”- scrivono i consiglieri Mauro Tirabassi, Elisabetta Bianchi e Roberta Salvati e spiegano che “occorre innanzitutto comprendere se egli parla a titolo puramente personale, atteso che anche nel suo gruppo vi sono consiglieri che continuano ad intessere intese con l’attuale sindaco e che non è dato conoscere la volontà del gruppo che fa riferimento all’ex consigliere regionale Gerosolimo, ad oggi totalmente silente circa il sostegno o meno all’attuale sindaco. Le dimissioni dei consiglieri, fatto che si è purtroppo ripetuto in questi ultimi venti anni, è iniziativa anonima e tecnica, atteso che le contestuali dimissioni dei singoli consiglieri porta allo scioglimento del consiglio comunale per semplice dato numerico, ma non assume alcun rilievo di natura politica; dimissioni peraltro che si possono presentare in qualsiasi momento non necessitando di alcun termine di preavviso. Al contrario la sfiducia da parte della maggioranza dei consiglieri comunali, oltre che a riportare la vicenda nella sede più consona, cioè l’aula consiliare aperta ai cittadini, è fatto chiaramente politico, dovendo per legge, a differenza delle semplici dimissioni, essere motivata. Se poi c’è chi preferisce anonime dimissioni ad un confronto politico sulla sfiducia, ne comprendiamo l’imbarazzo ma non possiamo certo accedere al desiderio di sottrarsi al confronto (e ciò vale per altri consiglieri diversi dal consigliere Di Masci)”. I tre consiglieri ricordano che” sia la legge sull’elezione diretta del sindaco che il regolamento del consiglio comunale consentono la convocazione dell’organo a dieci giorni dal deposito, ed attesa la urgenza di risolvere la situazione di stallo politico ed amministrativo il Presidente del Consiglio Comunale non potrà che doverosamente a tanto pervenire. Ci sono pertanto i tempi per procedere alla sfiducia del Sindaco nei prossimi giorni, evitando un lungo commissariamento”.  I consiglieri di centro destra, pertanto, chiederanno agli altri consiglieri di sottoscrivere la mozione in via di presentazione, per consentirne l’immediata delibera nella massima assise civica. Il centrodestra quindi vuole il confronto in aula mentre Di Masci ha proposto la strada delle dimissioni. Intento comune ma metodo diverso. Tra i due litiganti, verrebbe da dire, il terzo gode. E in questo caso il terzo del proverbio è il sindaco Casini. Anche perché, c’è da giurare, che difficilmente i civici in pubblica assise alzeranno la mano. La prossima settimana sarà quella decisiva. Andrea D’Aurelio

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