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SULMONA – Un day after pieno di solidarietà per la consigliera comunale Roberta Salvati dopo lo show di ieri in Consiglio dove ha mostrato un video che vede protagonista l’ex sindaco di Sulmona Bruno Di Masci. Il consigliere di minoranza è stato ripreso mentre, in un esercizio commerciale, parlava al telefono con il mittente ancora sconosciuta ma nel corso di quella conversazione telefonica etichetta la Salvati con un epiteto che ieri è stato ripetuto dalla persona offesa ( la consigliera) in Consiglio. Il video ha fatto il giro di almeno una decina di contatti whatsapp fino ad arrivare alla Salvati che ieri non ha retto ed è andata su tutte le furie ma è stata anche allontanata dall’aula perché, come prevede l’articolo 50 del regolamento comunale, “non ci si può riferire a fatti personali e né utilizzare un linguaggio scurrile”. I Carabinieri della stazione di Sulmona già si stanno muovendo visto che la vicenda ha avuto una grande risonanza grazie soprattutto alla Salvati che ha portato in Consiglio una vicenda personale, fermo restando che le parole usate, seppur in un contesto privato, hanno sempre un peso. Come pure commette reato chi filma e diffonde immagini e video che poi hanno scatenato la valanga di reazioni. Il consigliere Di Masci ha già annunciato che si tutelerà nelle sedi opportune e nelle prossime ore formalizzerà una querela contro ignoti. Intanto arriva la solidarietà per la Salvati da parte del sindaco di Sulmona Annamaria Casini ma anche del Presidente del Consiglio Comunale Katia Di Marzio e del capogruppo di Avanti Sulmona Fabio Pingue. “Va condannata con forza ogni forma di violenza perpetrata verso le donne, retaggio di un maschilismo intollerabile. Rivolgersi ad una donna con offese sessiste di tale gravità è di per sé una cosa vile e degna di biasimo, ma se questo proviene da un Consigliere Comunale nei confronti di una collega e’ doppiamente deplorevole, perché oltre tutto va a svilire l’istituzione che rappresenta”- interviene il sindaco mentre Pingue e Di Marzio “utilizzare termini dispregiativi nei confronti di chiunque e ancor di più verso una donna è un atto da condannare, a maggior ragione se queste brutte parole che hanno un peso e possono ferire vengono pronunciate da politici” affermano Pingue e Di Marzio. Secondo Avanti Sulmona il dibattito politico può essere duro e aspro quanto si voglia ma senza mai sconfinare in offese personali, che ledono la dignità della persona, sempre da rispettare e sempre da salvaguardare, in ogni circostanza.

Andrea D’Aurelio

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