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SULMONA – Si apre domani il processo per il 64 enne di Pettorano sul Gizio che l’11 settembre 2014 uccise con colpi di arma da fuoco un giovane esemplare di orso bruno marsicano. L’associazione Salviamo l’Orso si costituisce parte civile. Il colpo, stando alla ricostruzione della Forestale, è stato esploso nella notte dell’11 settembre. La stessa notte, intorno alle 2.30, secondo il racconto che rese l’uomo alla stampa la mattina subito dopo il fatto, allertato da rumori nel pollaio, è uscito di casa per controllare e si è trovato a tu per tu con l’orso. In seguito il 64enne aveva dichiarato di essersi ferito cadendo all’indietro e perdendo i sensi e andando a farsi medicare al pronto soccorso dell’ospedale di Sulmona. Qualche giorno dopo confessò di aver sparato al plantigrado. Ora si apre il processo in Tribunale. All’uomo viene contestata l’uccisione di animale di specie protetta con arma da fuoco. “Mai si sono registrati casi di aggressione all’uomo da parte dell’orso in Appennino e da circa 50 anni gli eventuali danni da esso arrecati ai piccoli allevamenti ed agli orti sono puntualmente rimborsati dagli Enti parco e da un anno anche dalla stessa Regione che per questo ha approvato un’apposita legge. Non vi può essere, dunque – intervengono dall’associazione Salviamo l’Orso- alcuna giustificazione per atti come quello commesso nel 2014 a Pettorano”. L’ultimo responsabile di un atto di bracconaggio nei confronti di un orso d’Abruzzo individuato e processato risale a più di 30 anni fa. Nel frattempo sono stati circa 80, dal 1971, i plantigradi uccisi con armi da fuoco o con il veleno.

Andrea D’Aurelio

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