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SULMONA – Era finito sotto processo per lesioni personali colpose per aver omesso di predisporre le necessarie misure di sicurezza nella palestra dell’Istituto Tecnico “Patini Liberatore” di Castel Di Sangro dove, ormai quattro anni fa, una studentessa si feriva e riportava lesioni guaribili in trenta giorni. Per Claudio Ricci, 57 enne di Sulmona, è arrivata l’assoluzione con formula piena da parte del giudice monocratico del Tribunale di Sulmona, Marco Billi. Per quel rocambolesco incidente che aveva costretto la giovane studentessa a restare un mese a casa, Ricci non è responsabile. Tutto è cominciato quel maledetto 9 ottobre 2015 quando, nella “palestra cantiere” dell’Istituto Tecnico Liberatore di Castel Di Sangro, l’alunna si è appoggiata in una ringhiera metallica che si trovava nell’edificio. La stessa ringhiera che le è caduta sulla caviglia destra provocandole lesioni giudicate guaribili in trenta giorni e consistite in frattura della tibia e del perone destro. Ricci, in qualità di titolare della ditta esecutrice dei lavori, è finito davanti al giudice con l’accusa di aver omesso di predisporre idonee misure di sicurezza e di rimuovere una situazione di pericolo determinata dall’apposizione della ringhiera metallica non ancorata al suolo, lasciando il cantiere accessibile a terzi. La famiglia della ragazza non ha sporto querela ma l’intervento della magistratura è scattato d’ufficio visto che la prognosi superava i venti giorni. Nel corso del processo il legale di Ricci, Daniele D’Amico, è riuscito a dimostrare che non sussiste un nesso fra la collocazione della ringhiera nel cantiere e l’incidente capitato all’alunna. Nel cantiere, ispezionato all’epoca dalla Procura, non era stata riscontrata alcuna irregolarità e la sua sussistenza era ben visibile anche agli studenti della scuola. Il giudice Billi ha pronunciato quindi la sentenza di assoluzione per l’imprenditore di Sulmona. Il fatto non sussiste.

Andrea D’Aurelio

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