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SULMONA – Un braccio di ferro infinito fra A.L.C., 39 enne di Sulmona, operaio della Magneti Marelli, ristretto ai domiciliari e licenziato in tronco dall’azienda e il sindacato Fim-Cisl. A parlare questa volta a Onda Tg è il lavoratore, tramite il suo avvocato Catia Puglielli, che annuncia una denuncia-querela nei confronti del sindacato. “La procura accerterà la sussistenza di eventuali responsabilità per le dichiarazioni rese da un’organizzazione sindacale non delegata a diffondere notizie private di un lavoratore tratto agli arresti domiciliari”- fa sapere A.L.C.- che torna sull’episodio che lo ha visto protagonista, sconfessando in toto la versione dei fatti fornita dal sindacato Cisl. “Le prove acquisite, nello smentire il pubblico processo fatto dalla Cisl, rivelano invece che il giorno stesso dell’arresto ho tempestivamente comunicato al mio capo e ai miei delegati sindacali Cisl di essere agli arresti domiciliari al fine di giustificare l’assenza con soluzioni alternative”- spiega il lavoratore (sempre attraverso il suo legale) che precisa: “la Cisl sa bene che dopo 10 giorni sono stato colto da un malore, lungi dall’essere un errore malconsigliato, come falsamente e gravemente asserito dalla organizzazione sindacale ha determinato la sottoposizione a specifico trattamento farmacologico”. “La Cisl non deve permettersi di sindacare l’operato dell’avvocato ingaggiato esclusivamente per la difesa penale nell’operazione Fenice e non per gestire i rapporti con l’azienda che sono stati su scelta dello stesso delegati ad altri”- conclude il lavoratore. Dal canto suo l’avvocato Puglielli fa sapere di non voler raccogliere le provocazioni, ma considera “inopportuno e fuori luogo menzionare propri familiari estranei alla vicenda , circostanza per la quale la Cisl dovrebbe certamente scusarsi non solo con il professionista ma anche con l’avversa organizzazione sindacale, estranea alla vicenda”.

Andrea D’Aurelio

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