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SULMONA – Nessuna certezza sulla sicurezza degli edifici dove prestano servizio i dipendenti comunali e produttività non erogata dal 2014. Queste le motivazioni che hanno spinto le Rsu, Antony Pasqualone di Fp Cgil, Renato Tosches di Cisl Fp e Nicola Cieri di Uil Fpl a indire lo stato di agitazione dei lavoratori di Palazzo San Francesco. Una lunga protesta che va avanti da un anno e che, proprio in queste ore, è esplosa in un momento dove il clima in Comune non è affatto sereno fra servizi in scadenza e lavoratori sul piede di guerra. I sindacati, ad ottobre, avevano fatto richiesta al Comune la necessità di conoscere lo stato complessivo degli immobili presso cui viene svolta l’attività lavorativa a servizio dell’utenza. “Inoltre era stata fatta richiesta accolta a parole” spiegano “di formazione di tutto il personale che prevedeva, tra le altre cose, prove di evacuazione, l’alleggerimento dai carichi verticali presenti in tutti gli spazi Comunali e la rimozione degli ostacoli che pregiudicavano le vie di fuga in caso di necessità. Detta tematica è diventata prioritaria per tutti i lavoratori anche a seguito dei numerosi eventi calamitosi che si sono succeduti in particolare negli ultimi tempi. Inoltre da parte di tutti i lavoratori è stata lamentata la mancata e dovuta ripartizione dei fondi contrattuali, infatti, tanto per fare alcuni esempi, va ricordato che per quanto riguarda la produttività la stessa non viene erogata dal 2014, per quanto concerne le Peo (Progressioni Economiche Orizzontali) che a seguito del blocco contrattuale non erano state assegnate nel periodo dal 2010 al 2014, la carenza di contrattazione non ha consentito l’attribuzione delle stesse negli anni 2015, 2016 e ormai nemmeno nell’anno 2017, tutto ciò nonostante gli impegni assunti dalla parte pubblica. Tale comportamento prolunga di fatto di ulteriori tre anni il blocco contrattuale”. Comincia un nuovo braccio di ferro. Non il primo a Palazzo San Francesco.

Andrea D’Aurelio

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