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SULMONA – Dal ricorso al Tar per il via libera del Consiglio dei Ministri alla centrale Snam a quello alla Corte dei Conti per il metanodotto. Per il Vice Presidente della Regione Abruzzo Giovanni Lolli, oggi intervenuto a Sulmona alla cerimonia d’intitolazione di una piazza di via Cappuccini al professore Carlo Autiero, la battaglia è tutta giuridica. Davanti al Consiglio dei Ministri Lolli ha ribadito che Sulmona è zona ad elevato rischio sismico, come confermato anche dagli esperti della commissione Grandi Rischi. Inoltre Sulmona sorge al centro di un sistema di parchi e riserve regionali e nazionali. “Basterebbero queste ragioni per fermare centrale e gasdotto – ha sottolineato Lolli – ma finora non c’è stato verso, tutti i governi che si sono succeduti e anche il governo regionale, non l’attuale, si sono pronunciati a favore della centrale Snam e del gasdotto, per ragioni economiche legate anche alla vendita del gas”. Per Lolli adesso è il momento quindi di ricorrere alle armi giuridiche. Oltre al ricorso al Tar, bisognerà considerare che i terreni sui quali è previsto il passaggio del gasdotto sono vincolati dall’uso civico. “Davanti all’uso civico cade l’interesse nazionale strategico invocato dal Consiglio dei Ministri, a proposito della centrale e quindi la realizzazione del metanodotto potrebbe essere contrastata”, ha spiegato Lolli. “Ma costruire una centrale senza metanodotto comporterebbe uno spreco di denaro pubblico progettando un’opera irrealizzabile perché su terreni vincolati da uso civico e questo porterebbe dritto ad un ricorso anche alla Corte dei Conti”. Questa mattina lo stesso Lolli ha incontrato il sindaco Annamaria Casini, proprio per valutare e condividere le strategie da mettere in atto in vista dell’incontro che i sindaci del territorio avranno a Palazzo Chigi con il Capo del Governo Paolo Gentiloni, proprio sulla centrale di compressione Snam e sul metanodotto Brindisi – Manerbio. Dice la sua anche il governatore Luciano D’Alfonso, intenzionato ad andare avanti con il ricorso al Tar. “Ripercorro la strada che ho già seguito per quanto riguarda il no al progetto petrolifero Ombrina di ferro, operando sia sul fronte del Tar che dal punto di vista politico e istituzionale”- chiosa D’Alfonso.

Andrea D’Aurelio

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