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SULMONA – Sudati, stravolti, spiazzati ma decisi perché la prima prova è anche un primo passo verso la maturità. Sei ore di tema per gli oltre 400 maturandi peligni che sono tornati questa mattina sui banchi di scuola per il tanto temuto esame di stato. Nel bel mezzo di un’estate che entra nel vivo avere a che fare con la sveglia che suona all’alba, la colazione da consumare in fretta e in furia, una notte prima degli esami fra ansia e svago, non è sicuramente il massimo. Ma quello che conta è raggiungere l’obiettivo. E la prima prova è andata. Certo l’approccio è stato tutt’altro che scontato a giudicare dai volti e dalle espressioni dei maturandi dopo sei ore di tema. C’è chi cerca di dribblare la telecamera e non vede l’ora di azzerare i pensieri per concentrarsi sulla seconda prova di domani che resta la più temuta. Qualcuno ci racconta che le tracce hanno destato sorprese anche se alla fine erano abbordabili. Alla spicciolata i maturandi consegnano e si danno ai commenti post prova. “In classe mia molti hanno scelto Ungaretti. Certo le tracce erano impegnative”- dice Francesco del Liceo Classico. Mentre Simone e suoi amici del Liceo Scientifico sottolineano che alla fine “tutto si poteva fare con un po’ di impegno e concentrazione”. Più sorpresi e spiazzati i liceali del Vico che però sono stati tra i primi a consegnare. “Erano toste”- ha tagliato corto una studentessa. Il Miur quest’anno ha scelto Giuseppe Ungaretti e Leonardo Sciascia per l’analisi del testo. Insieme a loro anche Corrado Stajano e “Eredità del Novecento” per il saggio storico-politico, “L’illusione della conoscenza” per il saggio tecnico-scientifico, il patrimonio culturale e la sua valorizzazione con Tomaso Montanari, lo sport con Gino Bartali e la lotta alla mafia con Carlo Alberto Dalla Chiesa per i temi di carattere generale. Nemmeno il tempo di rilassarsi e domani si torna sui banchi per la seconda prova. La terza, grazie alla recente riforma, è stata cancellata. Ma l’ultimo scoglio duro da superare resta l’esame orale. In bocca al lupo ai maturandi peligni.

Andrea D’Aurelio

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