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SULMONA – Manca il numero legale per il controllo analogo sulle stabilizzazioni del Cogesa ed è subito polemica. A farlo mancare sono stati i sindaci di Pacentro, Cansano, Castelvecchio, Pratola, Villalago, Raiano, Pescocostanzo e il vice sindaco di Campo di Giove “Abbiamo scelto di fatto di abbandonare la seduta del Comitato di Controllo Analogo del Cogesa convocato per oggi, perché non ci si può chiedere di votare il bilancio di previsione 2019, che era all’ordine del giorno, senza aver preso visione dello stesso”- intervengono gli amministratori spiegando che “il documento contabile, infatti, non ci è stato mai trasmesso e questo lede un diritto sacrosanto in capo ai sindaci soci della partecipata. Per questo motivo, una chiara omissione del Presidente del Comitato di Controllo, è mancato così il numero legale per l’uscita dei Sindaci di Pacentro, Cansano e Castelvecchio condivisa poi da tutti noi.
La scelta che siamo stati costretti a prendere nella seduta odierna, però, non penalizza affatto l’auspicata stabilizzazione dei dipendenti del Cogesa per la quale si può procedere da tempo, anche alla luce delle delibere”. Non è dello stesso avviso l’assessore comunale di Sulmona, Stefano Mariani, che ha presieduto il controllo analogo. “I sindaci”- ribatte Mariani- “si sono assunti la grave responsabilità di non discutere le stabilizzazzioni dei 42 lavoratori Cogesa, facendo mancare volontariamente il numero legale, dopo l’apertura della riunione. Eppure i numeri per discutere della delicata questione che riguarda più di 40 famiglie in un territorio martoriato dalla crisi c’erano tutti. Eravamo, infatti, 34 sindaci o delegati su 62.Sul bilancio, consegnato e inviato oggi stesso ai soci, un mese prima di andare all’approvazione di fine marzo, avremmo comunque potuto avviare una discussione di massima, salvo poi rivederci per una disamina più approfondita. Anche perché una società che presenta utili di 900mila euro nel 2018 e un previsionale di 460mila per il 2019 può tranquillamente valutare un piano assunzionale, come quello presentato dall’amministratore unico Vincenzo Margiotta e approvato con grande entusiasmo dai sindacati. Non si fa tattica politica sulla pelle dei lavoratori e la responsabilità di noi amministratori pubblici ci chiama a decisioni condivise e anche urgenti su temi importanti come quelli che riguardano l’occupazione che darà serenità a 42 famiglie”- chiosa Mariani. E monta la polemica.

Andrea D’Aurelio

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