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SULMONA – Tiene tutti con il fiato sospeso il Gip ( giudice per le indagini preliminari) del Tribunale di Sulmona che questa mattina ha preso in carico le istanze della famiglia dell’ex forestale e si è riservato di decidere nei prossimi giorni sulla richiesta di archiviazione depositata dalla Procura della Repubblica in merito al suicidio di Guido Conti. L’udienza davanti al Gip era inizialmente prevista alle nove ed è stata procrastinata alle tredici. Sul tavolo del giudice ci sono gli otto punti che l’avvocato del foro di Sulmona, Alessandro Margiotta, ha rappresentato per conto della famiglia che si era opposta all’archiviazione. Dalla posizione in cui è stato trovato il corpo del generale quella notte del 17 novembre 2017 lungo la provinciale morronese, alla Porsche bianca che alcuni passanti avrebbero notato quel pomeriggio nei pressi del luogo della tragedia, un’auto di valore che non è molto diffusa in Italia e quindi facilmente rintracciabile insieme al proprietario. Ci sarebbero poi i tabulati elettronici sull’utenza privata di Conti e in particolare l’interlocutore con il quale il generale dei carabinieri avrebbe discusso tra le 11 e mezzogiorno del 13 novembre. I familiari, per il tramite dell’avvocato Alessandro Margiotta, avevano chiesto anche di approfondire alcune testimonianze citando nome e cognome dei possibili testi che potrebbero portare elementi di novità ai fatti che già si conoscono. Insomma, secondo i familiari di Conti ci sarebbero ancora tante strade da percorrere per arrivare a fare definitiva luce sui tanti lati oscuri che presenta una vicenda apparsa fin dal primo momento assurda. Altre domande non a caso restano aperte. Non si riesce ancora a capire, il perché Conti la mattina della tragedia dopo aver acquistato tre buste bianche di formato rettangolare e un francobollo alla tabaccheria di via De Nino, ha prelevato 1500 euro in contanti nel vicino istituto bancario per poi lasciarli a casa. E il destinatario della terza lettera? I magistrati hanno ascoltato anche cinque dirigenti Total, la multinazionale dove l’ex forestale si era insediato dopo aver lasciato l’arma. Un incarico durato quindici giorni perché mercoledì 15 novembre 2017 Conti comunica alla famiglia il suo rientro a casa. Perché queste dimissioni così improvvise? Cosa c’è sotto? Un particolare che spinse un telefonista anonimo, poi uscito allo scoperto, a contattare la redazione PrimaDaNoi e, con voce camuffata, a diffondere la notizia. E si arriva così alle ore più buie. Ultimo accesso a whatsapp alle 9,52. Poi forse c’è un altro messaggio inviato da Conti alle 11 ma se la morte è stata accertata fra le 17 e le 19 ancora non si sa che cosa abbia fatto l’ex generale prima dell’ultimo atto, quel colpo di pistola, sparato a bruciapelo sulla tempia. Il caso sarà archiviato o si continuerà ad indagare? Il Gip si è riservato di decidere. E si resta con il fiato sospeso.

Andrea D’Aurelio

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