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SULMONA – La bara avvolta dalla sua toga è entrata in Chiesa in un silenzio colmo di commozione e costernazione. Centinaia di persone, con gli occhi velati dalle lacrime, si sono strette intorno ai genitori Giovanni e Giuseppina e al fratello Daniele. Oggi per la città di Sulmona è stato il giorno dell’addio all’avvocato Nino Ruscitti, 45 anni, morto giovedì scorso all’ospedale di Chieti per un blocco renale, dovuto probabilmente alle conseguenze della polmonite. Ruscitti non è stato solo un professionista garbato, educato, affettuoso e gentile ma anche un uomo pronto alla battuta con acume e intelligenza, sempre disponibile ad entrare nel cuore dei problemi. Non si scomponeva mai e la sua signorilità lo rendeva davvero un uomo d’altri tempi. La folla che assiepava la Chiesa è una chiara dimostrazione. Al rito funebre officiato da don Giovanni Molinari, parroco di cristo Re, c’erano numerosi avvocati, che hanno conosciuto e stimato le capacità professionali di Nino e giornalisti, colleghi del papà e del fratello, provenienti anche da fuori città. “In quella toga che avvolge la tua bara ci sono anche le nostre toghe. Non ti dimenticheremo mai”- ha esordito il Presidente del Consiglio dell’ordine degli avvocati, Luca Tirabassi, che ha voluto salutare Nino a nome di tutti i colleghi nel suo discorso interrotto dalla commozione. Tirabassi ha ricordato la figura umana e professionale di Ruscitti. “Era un avvocato che non si risparmiava mai. Nell’ultimo periodo continuava a lavorare anche sul letto di un ospedale con il suo portatile”- ha raccontato il Presidente dell’Ordine. Nino era un uomo che amava anche viaggiare. La sua voglia di conoscere il mondo lo ha fatto girare in lungo e in largo. Oggi è stato il giorno dell’ultimo viaggio. Senza ritorno. Ma per una destinazione che, vogliamo credere e sperare, sia la più bella di quelle conosciute finora. Ciao Nino.

Andrea D’Aurelio

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