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SULMONA – Confermate tutte le misure cautelari per i sulmonesi coinvolti nell’inchiesta denominata “Tallone d’Achille” riguardante lo spaccio di sostanze stupefacenti tra Chieti e Pescara. All’appello mancava solo G.G., 39 enne di Sulmona, che resta agli arresti domiciliari come deciso nei giorni scorsi dal Tribunale del Riesame che ha rigettato il ricorso presentato dall’avvocato del foro di Sulmona, Guido Colaiacovo. Nel corso dell’interrogatorio di garanzia svoltosi in rogatoria il giovane si era avvalso della facoltà di non rispondere e il suo legale aveva chiesto al Riesame la revoca della misura cautelare degli arresti domiciliari o, in sostituzione, l’applicazione di una misura meno afflittiva. Ma l’istanza è stata rigettata. L’inchiesta condotta dalla Procura della Repubblica di Chieti, Questura di Chieti e Guardia Di Finanza, ha consentito di individuare e disarticolare tre diversi sodalizi criminali, composti da italiani e albanesi, che operavano nelle province di Chieti, Pescara e L’Aquila: uno con base a Bucchianico, il secondo specializzato nello spaccio alla “movida” a Chieti Scalo ed il terzo pescarese. I fatti risalgono allo scorso anno e per quanto riguarda i quattro giovani del posto l’attività d’indagine ha visto la stretta collaborazione tra la Squadra Anticrimine del Commissariato e la Questura di Chieti. I sulmonesi sono stati incastrati dalle intercettazioni telefoniche. Nel mirino degli investigatori sono finiti alcuni viaggi che i quattro, a vario titolo, avrebbero fatto a Chieti per l’approviggionamento della droga finalizzato allo spaccio. Oltre a G.G. che è stato arrestato dal momento che non aveva  poi un ruolo così marginale nella vicenda- stando al quadro accusatorio- sono coinvolti anche F.G., E.D.C. e A.D.C., per i quali permane l’obbligo di dimora. Tutti e tre non potranno uscire di casa dalle 22 alle 6. Ma il Gip del Tribunale di Chieti, dopo aver recepito il parere del Pm, aveva concesso a E.D.C. il permesso di poter incontrare i figli in determinati orari come pure di accompagnarli a scuola.

Andrea D’Aurelio

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