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PESCASSEROLISenza albergo e senza casa divorati dagli interessi usurai applicati da un istituto di credito del paese. La storia è quella della famiglia Vitale di Pescasseroli che ora, nelle aule del Tribunale di Sulmona, cerca giustizia. L’altro giorno, davanti al collegio giudicante del Tribunale di Sulmona presieduto dal giudice Giorgio Di Benedetto, è iniziato il processo per i vertici della Bcc di Roma, accusati di usura. Sette persone sono finite davanti al giudice e per loro il prossimo 28 aprile arriverà la sentenza del collegio.  Tutto comincia diciotto anni fa, nel 2001, quando la famiglia Vitale proprietaria dell’albergo la Conca d’oro di Pescasseroli contrae un mutuo, replicato anche nel 2010, per sostenere delle spese relative alla gestione dell’attività. Nel corso degli anni, a causa di gravi problemi economici, la famiglia Vitale non riesce ad onorare il debito con la banca che avvia la procedura esecutiva sull’albergo che fungeva anche da abitazione dei proprietari, in quanto era stato posto a garanzia dei rapporti finanziari. Stando al racconto della famiglia, il bene era stato svenduto all’incanto per 297 mila euro, (pari al credito vantato dalla BCC), a fronte di un valore dell’albergo di 1 milione di euro. Il ricorso dei Vitale non ha fermato la procedura esecutiva e il 10 febbraio 2017, i due anziani coniugi proprietari della struttura alberghiera, sono stati cacciati dalla propria abitazione, con l’ausilio delle forze dell’ordine. Nel frattempo, però, è andata avanti l’azione giudiziaria dei coniugi Vitale e della figlia, nei confronti della banca, accusata di aver applicato tassi usurai. “I miei genitori hanno trovato una sistemazione provvisoria in un locale di famiglia. Ma non possiamo andare avanti così”- si sfoga la figlia Tiziana. Il collegio del Tribunale ha fissato per il prossimo 24 marzo l’esame dei testimoni mentre il 28 aprile sarà la volta della discussione e della sentenza.

Andrea D’Aurelio

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