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SULMONA – “Non c’è stata alcuna discriminazione dei pazienti del comprensorio peligno-sangrino”.Lo puntualizza il Manager della Asl Rinaldo Tordera all’indomani dello sfogo-denuncia del Vice Presidente della Fondazione Isal Gianvincenzo D’Andrea. “Nelle visite domiciliari per la terapia del dolore la nostra azienda ha impiegato risorse professionali e finanziarie in egual misura in tutte le aree della provincia, compresa quella peligno-sangrina in cui il basso di numero di prestazioni dipende dalle poche richieste inoltrate alla Asl dai medici di famiglia, a cui spetta di presentare domanda al servizio. L’azienda, come prevede l’obbligo di legge”, spiega il Manager, “ha organizzato e messo a disposizione il servizio in tutti i territori ma, nella fase attuativa, è rimesso alla sensibilità e all’attenzione del medico di medicina generale valutare le necessità del proprio assistito e chiedere la visita/ supporto in Adi per la terapia del dolore. “Sul tema delle prestazioni domiciliari per la terapia del dolore”, dichiara, “la Asl ha organizzato molteplici corsi di formazione, a cui hanno partecipato centinaia di medici di famiglia, proprio al fine di renderli partecipi dell’importanza di questo tipo di assistenza. Semmai ci può essere una diversa sensibilità su questa tematica da parte degli stessi medici e su questo, eventualmente, si può discutere. Intanto la Asl sta investendo ulteriori risorse anche nell’area oncologica, che è legata a quella della terapia del dolore, tramite un importante finanziamento che migliorerà, anche nell’area peligno-sangrina, i percorsi assistenziali dei pazienti con patologie oncologiche. Sono certo che questo tipo di investimento, basato su nuove assunzioni di anestesisti-rianimatori, nuove tecnologie e informatizzazione della rete), porterà automaticamente anche a un aumento delle prestazioni correlate, come quelle della terapia del dolore e delle cure palliative”.

Andrea D’Aurelio

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