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SULMONA – “Ci sono stati nel passato terremoti catastrofici e ci saranno nel futuro. Lo Stato si prepari altrimenti ci pensiamo noi cittadini”. Non nasconde la sua preoccupazione il professor Antonio Moretti, geologo dell’Università dell’Aquila, che si è fatto dei terremoti che stanno interessando il Basso Molise. Fra la vigilia di ferragosto e il giorno successivo si sono registrate una serie di scosse intorno al 5,0 di magnitudo, avvertite anche in Valle Peligna e sulla costa. Nessuna previsione di circostanza e nemmeno nessun allarme ma solo un vademecum sui terremoti e maremoti, da dove arrivano e come comportarsi. In una delle mappe di pericolosità sismica dell’Ingv Moretti indica una zona che dall’Appennino si protende verso est fino al Gargano, una “struttura trascorrente, cioè a scorrimento trasversale, che in passato ha dato luogo a notevoli scosse, tra cui il terremoto-maremoto della Capitanata del 30 luglio 1627”. Sui maremoti il geologo ha ricordato che “le onde che si possono generare dipendono, per altezza e lunghezza d’onda (e quindi per la quantità di acqua ed energia che possono trasportare) dalla profondità del mare nell’area sorgente. In adriatico questa è modesta, per cui modeste sono le altezze raggiunte dalle onde di maremoto, in genere non oltre un paio di metri. La massima altezza, nel 1627, fu di 5 metri. Il richiamo è sempre per lo Stato che, nel 2018, non si fa trovare preparato. Per seguire l’intervista integrale basta sintonizzarsi sul canale diciotto del digitale terrestre alle ore 21.

Andrea D’Aurelio

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