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CORFINIO – L’obiettivo è quello di realizzare un parco archeologico per porre in essere un percorso di valorizzazione dell’intera area dove sono stati ritrovati raffinati suppellettili, anfore e i resti quasi intatti di una pittura murale. Ma la grande scoperta in quel di Corfinio è stata fatta da docenti e allievi del Dipartimento di Archeologia Medievale dell’Università d’Annunzio di Chieti. Uno splendido ritorno alle origini, precisamente all’antica Valva, proprio a lei è intitolata la diocesi. Gli scavi in corso hanno permesso di rinvenire le prime tracce di una costruzione complessa edificata dal vescovo Trasmondo intorno ad una tomba venerata, probabilmente custode delle spoglie di un martire. Un’area funeraria utilizzata nel corso dei secoli anche per seppellire morti comuni, come testimoniano gli scheletri ritrovati. Trasmondo, quindi, smontò e asportò l’intera costruzione e ora, nello scavo archeologico, sono visibili le tracce di lavorazione di pietra e metallo, due fornaci per la realizzazione delle campane che furono realizzate in loco e la calce del cantiere, proveniente dal Morrone. “Il nostro lavoro è quello non solo di riportare alla luce testimonianze di un’età remota – fanno sapere dall’Università– ma soprattutto è quello di conservare la memoria di un tempo e riscoprire le radici di un territorio, la sua storia, dando un profondo senso di appartenenza a chi vive in questo territorio e dando incentivo al turismo culturale, come risorsa per questa stessa parte del territorio abruzzese”. A guidare gli scavi, a ridosso della Basilica concattedrale di S.Pelino, a Corfinio, sono i docenti professoressa Maria Carla Somma e professor Vasco La Salvia. Al progetto collaborano anche le docenti Sonia Antonelli di Archeologia Cristiana e medievale, Oliva Menozzi e Sara Santoro di di Archeologico classica, la geologa Lucia Marinangeli e Manuela Ceccaroni della Sovrintendenza. (a.d’.a.)

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