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SULMONA – E’ sotto gli occhi del mondo intero che la tragedia di Berlino, dove ha perso la vita la 31 enne di Sulmona Fabrizia Di Lorenzo, è il frutto di un attacco terroristico. Eppure, secondo la legge tedesca, si tratta di un semplice incidente. Tanto è bastato per scatenare lo sfogo della famiglia di Fabrizia, raccolto dal giornalista sulmonese Giuseppe Guastella sul “Corriere della Sera”. “A poco più di due mesi dalla strage, la famiglia parla per la prima volta del dolore profondo vissuto con compostezza e della «rabbia» per il comportamento delle autorità tedesche – scrive Guastella – non riceverà neppure un risarcimento, a meno che non venga cambiata un’assurda legge del 1985 che lo esclude per i danni causati alle vittime di crimini violenti commessi «con un veicolo a motore o un rimorchio», come il 19 dicembre 2016”. “Non c’è importo che possa pagare la morte di nostra figlia ma significherebbe ammettere le responsabilità per non aver fermato un criminale”- hanno detto i famigliari di Fabrizia che in un altro passaggio dell’articolo riprendono: “il governo tedesco è stato assente, non ci hanno mai contattati, ci hanno lasciati soli”.”Abbiamo dovuto chiedere sempre, insistere, non ci hanno dato nemmeno un interprete” e ammettono che “hanno fatto lo stesso con le altre famiglie, anche tedesche”. Guastella conclude il pezzo con le parole della madre di Fabrizia, Giovanna. «Questo mi dà una rabbia ulteriore. Come si può — protesta la signora — equiparare quello che è accaduto a un normale incidente stradale? Ci sentiamo presi in giro da chi non vuole riconoscere di aver sbagliato e non vuole evitare che quello che è accaduto si ripeta in futuro». Cosa vuole la famiglia di Fabrizia? «Che i tedeschi ammettano pubblicamente le loro responsabilità». In una parola: «Giustizia».

Andrea D’Aurelio

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