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SULMONA – Si sarebbero recati sul Monte Camicia, sul versante teramano del Gran Sasso, e per cause ancora da accertare sarebbero precipitati dopo un’escursione. Si tratta di Luca D’Andrea, esperto escursionista sulmonese e Roberto Iannilli, trovati morti stamane. Il recupero dei corpi, trovati uno accanto all’altro legati da un’unica corda, e’ stato effettuato dal Corpo nazionale del soccorso alpino e speleologio (Cnsas) abruzzese e dall’elisoccorso del 118. Le salme sono state trasferite all’obitorio dell’ospedale ‘Mazzini’ di Teramo. L’allarme, da parte dei familiari, pare sia scattato stamane, dopo che i congiunti degli alpinisti avrebbero atteso vanamente il loro ritorno a casa. Cio’ farebbe ipotizzare che l’incidente di montagna sarebbe avvenuto nella giornata di ieri. I soccorsi hanno accertato che i due si trovavano in cordata. La parete nord del Monte Camicia e’ considerata tra le piu’ difficili in Italia poiche’, proprio per la sua esposizione, rende instabile la roccia. Entrambi erano esperti. Iannilli, in particolare, aveva gia’ esplorato tutte le pareti del Gran Sasso e, in solitaria, aveva anche aperto diverse nuove vie. In passato era rimasto coinvolto in un incidente simile. La dinamica dei fatti è ancora da ricostruire. “Stavano scalando una parete che ha uno sviluppo di 1200 metri- spiegano dal Soccorso Alpino- e non si può stabilire da che altezza siano precipitati”. Una tragedia che ha messo in ginocchio l’intero capoluogo peligno. Un velo di tristezza si è subito steso in città dove Luca era molto conosciuto. “Ti ricorderemo sempre con il tuo sorriso”, hanno scritto gli amici sul suo diario di facebook. Luca era un uomo che amava i monti e, per un terribile scherzo del destino, ha raggiunto quelli più alti.

Andrea D’Aurelio

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