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SULMONA – Favoreggiamento e sfruttamento aggravato della prostituzione di giovani donne connazionali. Queste le accuse contestate a due cinesi residenti a Chieti Scalo, K.D. classe 1970, cittadina cinese e K.Y. classe 1967 cittadino cinese, e M.D. classe 1959 cittadino cinese dimorante a Modena. I Carabinieri di Pescara hanno stroncato un grosso giro d’affari i cui introiti provenivano da un fiorente mercato della prostituzione. E tra i luoghi di “interesse” c’era anche Sulmona. I militari sono riusciti a dimostrare che i primi due reperivano appartamenti in varie località di Pescara, San Benedetto del Tronto, San Salvo e Sulmona (via Patini) , normalmente con l’ausilio di terze persone compiacenti che si prestavano a divenire intestatari fittizi dei contratti in veste di conduttori. Gli appartamenti venivano, invece, poi occupati da giovani donne unicamente per svolgere l’attività di meretricio e su svariati siti internet venivano pubblicizzati gli incontri ed indicate le varie utenze da contattare. Le telefonate non giungevano direttamente alle prostitute, bensì ad una sorta di call center gestito proprio da K.D. e da K.Y., i quali, subito dopo, su altra utenza telefonica “dedicata”, contattavano la prostituta presente nel luogo di interesse (Pescara, San Salvo, Sulmona, San Benedetto del Tronto), per avvertirla della prestazione sessuale da effettuare di lì a breve e fornendole inoltre indicazioni sui prezzi da praticare, tenendo così il conto degli introiti da dividere al 50% con ciascuna ragazza. Da questo 50% venivano, inoltre, decurtate le spese affrontate per ogni prostituta a titolo di alimenti, farmaci e quant’altro di necessità, abitualmente forniti in occasione delle visite programmate per la riscossione di quanto guadagnato. La parte più consistente del denaro, invece, veniva affidata a soggetti che ne curavano di accreditarne il controvalore in Cina nella valuta locale, al netto delle commissioni. In definitiva è emerso che il giro di prostituzione è soggettivamente più ampio rispetto a quanto tracciato dall’attività investigativa durata circa 5 mesi, investendo altre aree geografiche, calcolando quindi un giro d’affari molto cospicuo. I tre soggetti arrestati sono stati tradotti, rispettivamente, presso le Case Circondariali di Chieti, Pescara e Modena.

Andrea D’Aurelio

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