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SULMONA – Tanto rumore per nulla. Potrà riaprire dopo aver ottemperato alle prescrizioni dei Nas il frantoio sospeso nei giorni scorsi a seguito di un’ispezione dei Carabinieri. L’attività opera nell’alta Valle del Tirino e non in Valle Peligna come si era appreso in un primo momento. Il titolare ha rimediato solo tre giorni di sospensione. Roba di poco insomma, come aveva anticipato Onda Tg, il tempo di rimettersi in regola sul fronte della tracciabilità. I Carabinieri del Nas, nel frantoio, hanno accertato che i gestori avevano mantenuto in esercizio l’opificio in precarie condizioni igienico-sanitarie, omesso di munire le cisterne per lo stoccaggio dell’olio sfuso, omesso di aggiornare i registri dell’olio e di attuare le procedure di rintracciabilità aziendali, attivato un laboratorio di confezionamento olio in assenza della prescritta comunicazione all’autorità competente ai fini della registrazione. Il proprietario è stato segnalato all’autorità amministrativa. Poi l’intervento del Sian della Asl, che ha disposto la sospensione dell’attività, il divieto di commercializzazione e la distruzione dei prodotti. “Inizialmente si era parlato di un’ispezione in Valle Peligna”- è intervenuto il Presidente dell’associazione Rustica e Gentile, Franco Volpe- “ma in realtà il nostro territorio non è stato interessato dalla verifica”. Una doverosa precisazione a tutela del lavoro che viene svolto nei frantoi peligni. La stessa che Onda Tg ha fatto tempestivamente nel corso dell’edizione serale dell’altro giorno, andata in onda alle 20.10, tanto da diffondere la notizia e ripristinare la verità. Come pure va detto che chiusura e sospensione non sono sinonimi. Molto probabilmente il frantoio sospeso potrà riaprire a stretto giro. Ma questo a pochi interessa, nemmeno a coloro che lottano contro le false notizie.

Andrea D’Aurelio

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