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SULMONA – Si presenta all’ufficio della Asl Avezzano-Sulmona-L’Aquila dopo aver eseguito una Tac per richiedere un certificato attestante la sua patologia, in sede di invalidità civile, e riceve la prenotazione di una prestazione intramoenia. Ma l’amara sopresa, un anziano di Sulmona, l’ha fatto quando è andato a vedere il prezzo richiesto per l’erogazione della stessa prestazione. Trecento euro. Tanto è bastato per suscitare un grande malcontento nel paziente, rimasto basito, che ha bussato immediatamente alle porte del Tribunale per i Diritti del Malato. “E’ sicuramente uno strumento contemplato dal legislatore”- interviene il responsabile dell’area legale Tdm Catia Puglielli- “ma i costi restano troppo elevati. La Asl conosceva il quadro clinico del paziente e ha preteso che l’uomo prenotasse la prestazione al costo di trecento euro”. Sempre la Puglielli riferisce che “si tratta ormai di un caso diffuso”. Da qui il monito al Direttore Generale della Asl Rinaldo Tordera. “Se lo strumento è contemplato Tordera ponga almeno un limite o un confine al profilo quantitativo”- chiosa l’avvocato del Tdm. Un episodio che riaccende i riflettori su come la sanità sia capace di essere davvero vicina ai pazienti. Un problema che va al di là della classificazione dei presidi ospedalieri, sul quale in molti si battono a colpi di comunicati stampa. Ma anche questa situazione va risolta il più presto possibile.

Andrea D’Aurelio

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