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SULMONA – Ogni giorno, festività comprese, non poche le persone che si mettono in fila nella mensa Caritas della diocesi di Sulmona-Valva per richiedere un pasto caldo. Su per giù sono una trentina, uomini e donne costretti a bussare alle porte dell’edificio di via Porta Romana, sette giorni su sette, dalle 12.30 alle 13. All’indomani della Giornata Mondiale celebrata nei giorni scorsi, si riaccendono i riflettori sulla povertà che dilaga, quella che nessuno conosce o fa finta che non esista. La maggior parte degli indigenti che si rivolgono alla mensa Caritas sono italiani, una piccola percentuale è occupata dagli stranieri. Molti sono abituali, solo qualcuno passa per una toccata e fuga. Il trend nazionale si ripercuote così a cascata anche nel territorio peligno. I dati aggiornati arrivano da don Palmiero Amatangelo, Direttore della Caritas Diocesana. I pasti che vengono erogati nel corso dell’anno sono all’incirca diecimila. Oltre al pranzo quotidiano la Caritas apre le porte quattro giorni a settimana: lunedì, mercoledì, giovedì e venerdì dalle 9,30 alle 12,30. L’impegno più forte di collaboratori e volontari è quello riservato all’ascolto. Non pochi i poveri che oltre a una bocca da sfamare, hanno un cuore che vuole essere riscaldato e desiderano, in una realtà dove a prevalere è l’indifferenza, essere presi in considerazione. Non a caso, nel corso del Giubileo della Misericordia, la diocesi di Sulmona-Valva e la Caritas Diocesana hanno eretto a Popoli “Casa Zaccheo”, la struttura che dal 29 febbraio scorso ospita persone in stato di bisogno, per lo più detenuti con permesso breve. La struttura è entrata ormai nel vivo, ospitando un nucleo famigliare la volta (quattro persone). Un segno concreto alle tante domande di aiuto.

Andrea D’Aurelio

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