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SULMONA – Tre anni di proroga per approfondire e rivedere la riforma della geografia giudiziaria. E’ quanto ha chiesto il Presidente del Consiglio dell’ordine degli avvocati di Sulmona, Luca Tirabassi, alla commissione interparlamentare che ha audito questa mattina a Palazzo Montecitorio, un gruppo di rappresentanti dei tribunali delle aree colpite dal taglio della riforma della geografia giudiziaria. Per il Tribunale di Sulmona, oltre a Tirabassi, era presente anche il Presidente Giorgio Di Benedetto. E’ stata consegnata l’intera documentazione, frutto di anni di esame e di studio, che mette nero su bianco le principali peculiarità del Palazzo di Giustizia. La commissione interparlamentare, della quale fa parte anche la senatrice pentastellata Gabriella Di Girolamo, ha recepito le istanze dei vari rappresentati, annunciano che a breve inizierà il suo tour nei quattro presidi soppressi dalla riforma: Sulmona, Avezzano, Lanciano e Vasto. Un segnale che depone a favore dei singoli tribunali e che fa presagire che il governo vuole approfondire la questione prima di assumere una decisione definitiva. “Abbiamo trovato degli interlocutori interessati, che ci hanno ascoltato e che si sono letti le carte”- ha esordito Tirabassi convinto che “l’incontro è servizio per intraprendere un percorso che sicuramente sortirà degli effetti positivi”. Il Presidente del Consiglio dell’ordine, come del resto ha fatto il Presidente Di Benedetto, ha ricordato alcuni aspetti nevralgici per la salvaguardia del presidio: la presenza di un carcere di massima sicurezza che accoglierà altri duecento reclusi, il fenomeno delle infiltrazioni mafiose, i risultati sull’efficienza del Tribunale con la conseguente richiesta del ripristino della pianta organica e la distanza dal Tribunale accorpante che fa di Sulmona un caso unico in Italia. Che il governo accordi una proroga di tre anni è quasi improbabile. Più plausibile, come annunciato nei mesi scorsi dalla senatrice Di Girolamo a Onda Tg, che l’esecutivo prenda un altro anno di tempo, procrastinando gli effetti della riforma al 2022, così da permettere alla commissione interparlamentare di approfondire le singole questioni e constatare di persona la situazione nei quattro Tribunali a rischio per modificare la legge che ha riorganizzato la geografia giudiziaria, non solo in Abruzzo ma in tutta Italia.

Andrea D’Aurelio

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