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SULMONA – Ha incassato le somme pattuite per la locazione di alcuni appartamenti a Roccaraso senza mettere a disposizione il bene promesso. Ma di quella truffa lui non sapeva nulla poiché, a sua volta, è stato vittima di un furto d’identità. Ieri per Matteo Salvini è arrivata la sentenza di assoluzione con formula piena, per non aver commesso il fatto, pronunciata dal giudice monocratico del Tribunale di Sulmona, Concetta Buccini. Ovviamente non si tratta dell’ex vice premier e del senatore della Lega, ma di un suo omonimo di Avezzano, che era finito sotto processo per truffa. I fatti risalgono al dicembre 2015 quando, nell’approssimarsi del capodanno, due donne che volevano trascorrere l’ultimo dell’anno a Roccaraso hanno denunciato la truffa alla Procura. Secondo l’accusa l’altro Salvini, con artifizi e raggiri, avrebbe proposto tramite siti internet la locazione di appartamenti alle due malcapitate che, dopo aver contattato un numero telefonico di riferimento, avevano accreditato la somma di duecento euro sulla carta poste pay dell’imputato che si è reso poi irreperibile, incassando le somme, senza mettere a disposizione gli appartamenti richiesti. L’aggravante è quella di aver approfittato dei contatti telematici a distanza che non hanno permesso alle donne di controllare l’identità e la serietà dell’interlocutore. Si è aperto quindi il processo per il Matteo Salvini di Avezzano che si è dichiarato completamente estraneo ai fatti ma anche sorpreso perché lui di quel capodanno e di quelle case non sapeva nulla. Si è quindi scoperto che l’imputato, in verità, è parte lesa di un’altra azione criminosa. Qualcuno deve aver rubato la sua carta d’identità spacciandosi per Salvini e raggirando le due donne che volevano passare il capodanno 2016 a Roccaraso. Il Salvini meno noto è stato quindi assolto per non aver commesso il fatto e ora non gli resta che scoprire, con l’aiuto della giustizia, chi si nasconde dietro il vero furto d’identità.

Andrea D’Aurelio

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