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SULMONA – “Caro utente, ti abbiamo riservato una prenotazione per il giorno mercoledì 12 dicembre 2018 alle 10.30”. Questa la risposta che è arrivata per un 80 enne di Sulmona che ha chiesto alla Asl Avezzano-Sulmona-L’Aquila un ecocolordoppler ai tronchi sovraortici. La prima data utile è fra un anno e l’utente in questione non ci ha pensato due volte a denunciare il caso che riaccende i riflettori sui lunghissimi tempi d’attesa dell’ospedale di Sulmona. Un tasto che resta dolente ma che non spinge più tanto, né gli addetti ai lavori né le istituzioni, a una seria riflessione. Un caso simile si è verificato lo scorso 13 novembre a un altro sulmonese che ha prenotato un doppler alla carotide ed ha trovato un posto libero fra un anno e un mese. Tempi biblici che si pongono in netta contrapposizione con una sanità che vuole rimettere al centro il paziente e le sue esigenze. “Bisogna contrastare questi fenomeni una volta per tutte per evitare di favorire altri nosocomi che non hanno questi problemi”- hanno denunciato più volte dal Tribunale per i diritti del Malato- spostando il discorso sulle lunghe liste d’attesa ma anche sulla sanità nel territorio che spesso cade nell’oblio anche quando si parla di riorganizzazione del piano sanitario. Non sono pochi in effetti gli utenti che aggirano l’ostacolo e si spostano verso altri nosocomi. Nel momento in cui si parla di rilancio dell’ospedale di Sulmona ben venga discutere sulla classificazione ma, alla luce degli ultimi episodi, non basta.

Andrea D’Aurelio

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