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CASTEL DI SANGRO – Un solo medico chirurgo che, per due turni su tre, arriva da Avezzano o dall’Aquila. A suonare la sveglia alla Asl 1, sulla situazione vigente nel reparto di chirurgia dell’ospedale di Castel Di Sangro, sono le sigle sindacali Cgil e Cisl che rilanciano l’allarme all’indomani della chiusura e della riattivazione del reparto. Per Cgil e Cisl il problema rimane ma la mappa delle criticità si allarga. “Questo vuol dire che presso la chirurgia di Castel di Sangro non si possono effettuare interventi chirurgici a meno di piccoli interventi ambulatoriali”- denunciano le sigle sindacali spiegando che “il chirurgo di turno non può che diagnosticare una patologia chirurgica e poi inviare a Sulmona il paziente. Come ormai succede troppo spesso in questo nostro territorio, si è trovata una soluzione “di facciata” senza considerare che la popolazione anela ad avere determinazioni più concrete, realmente efficaci e durature nel tempo. Ad aggravare la situazione denunciamo anche la grave carenza a carico del Pronto Soccorso, in quanto attualmente sono in servizio solo due medici più il responsabile, per cui risulta impossibile garantire i turni h 24; soprattutto in questo periodo con il notevole flusso di turisti impegnati sulle piste da sci, i servizio andavano rafforzati e non chiusi, come nel caso della chirurgia, adducendo come motivazione la ingiustificata carenza di personale. Nonostante le strumentalizzazioni, però, bisogna tornare indietro di parecchi mesi, anzi di anni, quando nel 2017 l’Atto Aziendale, redatto dall’attuale Direttore Generale, in collaborazione con il Governo Regionale, istituiva, per il presidio ospedaliero di Castel di Sangro soltanto un servizio di Chirurgia dipendente dall’unità operativa di Sulmona. Una decisione, dunque, che non deve cadere come una doccia fredda sulla popolazione sangrina”. E Cgil e Cisl ricordano di aver “posto all’attenzione degli amministratori il depauperamento di una sanità pubblica già molto sofferente in una zona in cui ci sarebbe maggiormente bisogno di assistenza. D’altronde non si può nemmeno pensare che l’unità operativa di Sulmona possa, già in organico scarso, provvedere al fabbisogno dell’Ospedale di Castel di Sangro. Ancora una volta, dunque, le organizzazioni sindacali ribadiscono che la soluzione sta nelle assunzioni a tempo indeterminato, sia per Sulmona, in maniera da riuscire a sopperire alle richieste del territorio sangrino, sia per Castel di Sangro affinché possa, viste le distanze ed il territorio, mantenere una propria autonomia. Non accettiamo, inoltre, il sottile ricatto degli amministratori sangrini, che paventano un flusso di prestazioni in uscita verso il Molise”.

Andrea D’Aurelio

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