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SULMONA – Voleva chiarire alcune vicende con la sua rivale in amore e anche lei avrebbe riportato delle lesioni, non gravi, in seguito alla colluttazione che sarebbe avvenuta dinanzi a una terza persona che aveva un forcone in mano. Si è difesa così questa mattina S.D.R., la donna di etnia rom, accusata di usura e tentato omicidio con l’aggravante della crudeltà. Nel corso dell’interrogatorio di garanzia, svoltosi in rogatoria nel penitenziario teramano, la donna ha risposto al giudice e ha negato le sue responsabilità in merito al prestito mentre, per quanto riguarda l’irruzione nell’autolavaggio di proprietà di un’altra donna, ha spiegato di essersi recata nella struttura per chiedere conto di una presunta storia d’amore che la proprietaria dell’autolavaggio avrebbe avuto con il marito. L’aggressione poi, stando al racconto della donna, sarebbe avvenuta in presenza di un’altra persona che sarebbe intervenuta nel corso della lite. “La mia assistita non riconosce questa persona, non sa se sia il figlio della persona offesa o un’altra ancora, ma ha spiegato che aveva lui tra le mani un forcone o qualcosa del genere e con questo attrezzo, per dividere le due, non si sa chi abbia colpito. Anche la mia assistita infatti ha riportato delle lesioni, inferiori s’intende”- ha spiegato l’avvocato Silvia Iafolla che difende la donna arrestata ma anche il marito e il figlio che si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. A loro, come alla mamma di S.D.R, viene contestato solo il reato di usura. Ora gli atti saranno trasmessi al Gip del Tribunale di Sulmona Marco Billi che dovrà decidere se confermare la misura cautelare in carcere o accogliere l’istanza di scarcerazione o sostituzione della misura. Fino a nuova decisione l’intera famiglia rom resta dietro le sbarre.

Andrea D’Aurelio

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