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SULMONA – Si sono avvalse della facoltà di non rispondere l’ex dirigente scolastica e l’agente assicurativo arrestate nei giorni scorsi dalla Polizia per usura. Nel corso dell’interrogatorio di garanzia che si è svolto questa mattina in Tribunale le due indagate, assistite dagli avvocati Alessandro Margiotta e Nino Ruscitti, si sono avvalse della facoltà di non rispondere. I legali hanno chiesto al gip Marco Billi, lo stesso che la scorsa settimana aveva firmato l’ordinanza di custodia cautelare per gli arresti domiciliari su richiesta del Sostituto Procuratore Stefano Iafolla, la revoca della misura e la remissione in libertà delle due professioniste finite nel vortice dell’inchiesta che fa capo all’aggressione a un autolavaggio cittadino. La decisione del giudice è attesa per le prossime ore. A far scattare l’inchiesta è stata la denuncia della vittima che dopo essere stata aggredita da una donna rom, finita in carcere con la pesante accusa di tentato omicidio, ha raccontato tutto alla Polizia e ha fatto i nomi sia di altri tre componenti della famiglia Rom, anch’essi finiti dietro le sbarre per usura e poi delle due professioniste, clienti dell’autolavaggio. Dalle indagini condotte dalla Squadra Anticrimine del Commissariato di Sulmona, coordinata dall’ispettore superiore Daniele L’Erario, è venuto fuori che dal 2014 e fino ai primi mesi dell’anno in corso, a fronte di un prestito iniziale di 2.000,00 € concesso, le due arrestate si erano fatte consegnare dalla vittima, nel tempo, la somma complessiva di 6000,00 €, con l’applicazione del tasso di interesse mensile pari al 20%. A finire nel mirino degli investigatori sono le attività professionali che fanno capo alle due donne arrestate. Indizi e movimenti che la Polizia sta cercando di rimettere insieme alla luce del materiale sequestrato durante la perquisizione domiciliare avvenuta nei giorni scorsi a casa dell’ex preside e dell’agente assicurativo. Una vicenda che ha cambiato anche il profilo di coloro che praticano usura. Persone insospettabili, distinte, apprezzate professioniste nei rispettivi settori di competenza. Si attende quindi la decisione del giudice che dovrà stabilire se confermare la misura cautelare degli arresti domiciliari, scegliere un’altra misura meno afflittiva o revocarla come richiesto dalla difesa.

Andrea D’Aurelio

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