SULMONA – Vacilla la poltrona del sindaco di Sulmona Annamaria Casini. Dopo l’estate di fuoco fra dimissioni rassegnate e revocate e il panettone mangiato all’ultimo minuto, lo scoglio più grande per l’amministrazione comunale è quello delle elezioni regionali. Manca meno di una settimana al fatidico appuntamento del 10 febbraio e già torna aria di crisi a Palazzo San Francesco. Dopo le dichiarazioni rese del consigliere comunale Fabio Pingue a Onda Tg sul “punto di non ritorno da questa amministrazioneâ€, alla luce del nuovo quadro politico che si va delineando in maggioranza, anche i dimasciani sono pronti a staccare la spina. Dall’11 febbraio potrebbero riprendere le trattive per mandare a casa la Casini e sciogliere in anticipo la consiliatura. Negli ultimi tempi è stato proprio il Pd a mantenere in vita la Casini. Prima la commissione sui piani complessi disertata e poi il voto mancato sulla richiesta di sospensione del Consiglio Comunale sul Cda del Cogesa anche se, ad onor del vero, non si registrò il voto compatto di Avanti Sulmona. Ma dal giorno dopo le elezioni i tre consiglieri del Pd non sono disposti a mantenere in vita l’amministrazione comunale, alla luce anche delle ultime esternazioni di Pingue che ha lasciato intendere un possibile arrivederci dalla maggioranza. “Se è la stessa maggioranza a voler staccare la spina non capiamo perché noi dobbiamo mantenerla in vitaâ€- spiegano i dimasciani. Certo è che bisognerà capire se tutta la minoranza sarà compatta con le eventuali dimissioni in blocco. Per Alleanza per Sulmona, ad esempio, il treno potrebbe essere già passato. Il dato praticamente certo è che sembra quasi impossibile ricucire lo strappo tra il capogruppo di Avanti Sulmona, candidato al Consiglio regionale, e il sindaco Casini. Ieri il primo cittadino era in prima fila all’incontro elettorale di Marianna Scoccia. Dal dietro le quinte dell’Hotel Meeting è passata al primo piano delle Ginestre. Senza parlare. Ma tanto è bastato per scatenare le prime reazioni. Pingue intanto torna a bomba sulle partecipate. “In questa campagna stiamo vivendo un fenomeno inedito ed anomaloâ€- scrive il candidato di + Abruzzo- “i vertici dei cosidetti enti sovra comunali, istituzioni a totale capitale pubblico che annoverano i comuni nella compagine sociale, sono sfacciatamente schierati a sostegno di un determinato candidato. Questo fa pensare, soprattutto con riferimento alla trasparenza, uno dei postulati dell’azione delle pubbliche amministrazioni. Faccio quindi un appello all’assessore Mariani a vigilare su questa vicenda perché non trova ragione etica la speculazione elettorale fatta sul dramma della necessità lavorativa che tante famiglie e tanti ragazzi vivono nella nostra valle. Questo non è mai tollerabile e diventa assolutamente inaccettabile quando questo si impone a qualche capetto di società partecipate dal comune. E voglio tendere la mia mano ai tanti che hanno ricevuto false promesse perché nello sconforto che viviamo a voi va la mia più totale vicinanzaâ€- chiosa Pingue senza usare mezzi termini. Si annuncia quindi un finale di campagna elettorale al cardiopalma che potrebbe aprire le porte a una nuova crisi in quel di Palazzo San Francesco. Si è davvero arrivati al punto di non ritorno?
Andrea D’Aurelio