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SULMONA – Nonostante alcuni picchi di CO2 rilevati in quota i valori sono da considerarsi nei parametri di soglia. E’ quanto è emerso dall’analisi della qualità dell’aria, effettuata dal Parco Nazionale della Majella, attraverso i droni. Dal rilevamento a Bagnaturo è emerso che le concentrazioni in ppm (parti per milione) di CO2 (anidride carbonica) risultano nella norma sotto i 150 metri di altitudine; aumentano lievemente, invece, tra i 200 e i 250 metri s.l.m raggiungendo 400-450 ppm circa. Nella Badia sono stati registrati incrementi della concentrazione di CO2 in alcune zone dove vengono toccati i 550 ppm a 350 m s.l.m, mentre nel resto dell’area la CO2 mantiene concentrazioni costanti e nella norma anche ad altezze comprese tra i 400 e 550 m s.l.m. circa. A Sulmona, infine, i dati raccolti evidenziano zone in cui la concentrazione di CO2 assume valori compresi tra i 450 e 550 ppm a quote di 400-425 m s.l.m. fino ad avere un picco di 610 ppm in un punto intorno i 420 m s.l.m. Nelle restanti aree, e volando anche a quote superiori i 500 m s.l.m., le concentrazioni di CO2 sono stabili intorno i 425 ppm. “In conclusione” fanno sapere dal Parco Majella ” nonostante alcuni picchi di CO2 rilevati in quota in tutte e tre le località, i valori sono da considerarsi nei parametri di soglia”. Il monitoraggio effettuato dall’Ente Parco è stato curato dalla Drone Group, società firmataria di un accordo di licenza di brevetto con il Dipartimento di Scienze Psicologiche della Salute e del Territorio dell’Università di Chieti e il Dipartimento di Scienze Fisiche e Chimiche dell’Università dell’Aquila. L’accordo ha portato alla realizzazione di un sistema di sensori miniaturizzati per le osservazioni dei parametri meteorologici, della composizione atmosferica ed altri usi, da utilizzare a bordo di droni o da istallare come centraline fisse.

Andrea D’Aurelio

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