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SULMONA – L’accusa era quella di aver ceduto l’immobile alla figlia per sottrarsi all’esecuzione esattoriale. Ma per un imprenditore del posto, Pietro Leonarduzzi, è arrivata l’altro giorno la sentenza di assoluzione pronunciata dal giudice monocratico del Tribunale di Sulmona, Francesca Pinacchio, perchè il fatto non sussiste.  “Una sentenza importante che serve da monito allo Stato”  commenta il legale dell’imprenditore, Alessandro Margiotta,  “in quanto il giudice ha tenuto conto anche delle ragioni del contribuente e della sua buona fede”. Secondo l’accusa Leonarduzzi per evitare di pagare la somma di oltre 320 mila euro al fisco, aveva ceduto l’abitazione e la cantina di cui era proprietario nel comune di Introdacqua, a una delle sue figlie. Per la procura si trattava di una vendita simulata posta in essere dall’imputato esclusivamente con l’intento di sottrarli fraudolentemente alla procedura di esecuzione immobiliare.  Il Pm aveva chiesto la condanna a sei mesi di reclusione e il pagamento di un’ammenda da mille euro. La difesa invece ha puntato sul fatto che l’azione dell’agente di riscossione era partita in ritardo e quindi non era più efficace,  soprattutto perché i crediti che lo Stato vantava si riferivano al 2001/2006 mentre la vendita è avvenuta nel maggio del 2012 e quindi l’intento fraudolento era del tutto inesistente. Per l’imprenditore la vicenda giudiziaria si chiude con un esito positivo. La prescrizione era dietro l’angolo ma Leonarduzzi ottiene l’assoluzione nel merito.

Andrea D’Aurelio

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