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SULMONA – Un venerdì da record per il punto nascita dell’ospedale dell’Annunziata. Posti letto tutti occupati con undici pazienti ricoverate, due parti cesarei eseguiti, una donna in travaglio e il personale di ostetricia e ginecologia che si trova costretto a chiedere aiuto a pediatria. Tra operate e partorienti è stata una giornata di sold out nel reparto che rientra nella riorganizzazione dei punti nascita, secondo il decreto 10/2015. Una situazione che si era già verificata una settimana prima, sempre di venerdì. Sarà il giorno della settimana a portare fortuna, sta di fatto che la vicenda riaccende i riflettori sulla riorganizzazione della rete ospedaliera. Con il trasferimento al primo piano del nosocomio, ostetricia e ginecologia ha subito una riduzione di posti letto da 14 a 10. Sempre ieri dal punto nascita hanno richiesto altre sei bombole di gas analgesico per praticare il parto senza dolore. La nuova tecnica è stata sperimentata lo scorso 4 maggio e da allora i numeri parlano di 40 parti eseguiti in due mesi con la riduzione del 60% dei cesarei. Il parto in analgesia, dopo l’esordio nel capoluogo pelino, è stato adottato anche all’Aquila e ad Avezzano. Chi l’avrebbe mai detto. Recentemente il punto nascita ha salvato la vita a una donna nigeriana che era arrivata da Castel Di Sangro all’ospedale dell’Annunziata con un emorragia in corso. A spezzare una lancia a favore del mantenimento del reparto è stata l’assessore al sociale di Pratola Peligna Danesa Palombizio che ha partorito con tre settimane di anticipo dopo la rottura delle membrane. Un susseguirsi di vicende che non possono lasciare indifferenti coloro che hanno competenze e responsabilità, ma devono indurre a una riflessione.

Andrea D’Aurelio

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