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SULMONA – Scatta il lavaggio fai da te anche sulle scalinate della Rotonda di San Francesco. E’ stato il sulmonese Paolo Verrocchi ad armarsi di buona volontà, nonché di olio di gomito, per il lavaggio dell’antica scalinata. Non ce la faceva a rialzare la saracinesca dell’omonima gelateria, lasciando nel degrado un pezzo di storia che, soprattutto nell’ultimo periodo, era irriconoscibile. Le foto del prima e dopo il lavaggio sono state pubblicate subito sui social, ottenendo una serie di apprezzamenti. Ora quelle scale tornano a respirare. Con la speranza che il buon senso dei cittadini non venga meno e gli incivili stiano il più possibile lontano. Nei mesi scorsi era scattata anche una segnalazione agli uffici comunali per le pietre che si erano staccate dalla scalinata. Un pezzo di storia che non può sgretolarsi e che merita più attenzione, soprattutto per la storia che si cela dietro la Rotonda di San Francesco. I resti dell’area presbiteriale della Chiesa di San Francesco della Scarpa, sopravvissuti al sisma di inizio Settecento, definiscono lo spazio, realizzato nel corso del XIX secolo, di quella che oggi è conosciuta come “Rotonda”, ovvero un cortile a pianta ellittica su cui affacciano piccoli ambienti utilizzati nel passato come botteghe. Vi si accede attraverso l’antico portale laterale della chiesa, più imponente rispetto a quello di facciata, poiché collocato sull’asse viario principale. Preceduto da un’alta scalinata, è caratterizzato da una profonda ed ampia strombatura e da capitelli finemente lavorati. Nelle riseghe si alternano sei colonnine lisce e cinque pilastrini per parte, che poggiano su un robusto zoccolo e si sviluppano, oltre i capitelli, in undici archi a tutto sesto progressivamente decrescenti verso la lunetta. Quest’ultima, affrescata nei primi del Cinquecento, inquadra una Madonna col Bambino tra San Francesco e la Maddalena. La monumentale opera lapidea fu realizzata dai maestri e tagliapietre lombardi, che erano presenti a Sulmona ed avevano una loro cappella nella chiesa. Sulle pareti interne delle strutture absidali sono appena leggibili tracce del ciclo di affreschi dedicati al Santo titolare della chiesa, dipinti nel ‘400 da Andrea De Litio. Il barbacane di fianco al portale fu costruito, secondo la tradizione, dopo il terremoto del 1456 per rinforzare questo corpo di fabbrica, gravemente danneggiato; è rivestito in pietra da taglio disposta in conci regolari. Nella parte superiore è posta una statuetta di San Francesco, mentre sulla sommità sono alloggiate tre campane. A sinistra dello sperone sono ancora visibili i resti delle absidi poligonali e una delle monofore che illuminavano il presbiterio. Oggi la “Rotonda” viene utilizzata per l’allestimento di mostre ed eventi culturali cittadini. Ma merita sicuramente più attenzione da parte di tutti. Il grazie ora va al sulmonese Verrocchi, per gli amici Bostik, che si appresta a cominciare una nuova stagione. Ma prima ha voluto fare un gesto d’amore per la sua città e la “sua” Rotonda.

Andrea D’Aurelio

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