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SULMONA – Il vecchio ospedale dell’Annunziata sarà abbattuto per lasciare spazio a un eliporto, un’opera che sarà realizzata entro i prossimi cinque anni mentre per il reparto di anestesia e rianimazione sono previsti dei lavori per rendere il blocco operatorio, già al top, all’altezza del nuovo ospedale. La fase due in quel di viale Mazzini è stata annunciata dal Direttore sanitario del nosocomio dell’Annunziata, Tonio Di Biase, nel corso della cerimonia per la consegna dell’ecografo al reparto di anestesia e rianimazione, acquistato con la raccolta fondi di “Lamp On Simone Illumina La Città”. Per Di Biase la prima buona notizia è la messa a regime del nuovo ospedale che è entrato completamente in funzione lunedì scorso con il trasferimento di Cardiologia-Utic dopo il trasloco a scaglioni iniziato lo scorso 5 settembre con ortopedia. I disagi legati alla nuova sistemazione riguardano principalmente la viabilità e gli accessi. L’ingresso a via Montesanto è consentito solo a coloro che devono raggiungere il pronto soccorso in una situazione di emergenza-urgenza. Per accedere a tutti gli altri reparti e servizi si dovrà parcheggiare in viale Mazzini ed entrare dall’ingresso storico. Un giro dell’isolato che già sta creando disagi senza contare che mancano all’appello alcune strumentazioni di rilievo: la risonanza magnetica che non entra perché la stanza risulta ancora grezza, l’ecografo che deve essere ancora allocato e la tac di ultima generazione che seppur già montata potrà essere utilizzata solo al termine del corso di formazione. Ma, in un tempo di crisi e sofferenza, non è da tutti avere un nuovo ospedale a disposizione, il primo completamente antisismico in Regione. La nuova struttura lascia tutti a bocca aperta anche se deve essere riempita di personale per risolvere l’annosa carenza di organico. Nell’ala dedicata a Giuseppe Bolino, che resterà in funzione accanto al nuovo ospedale, permangono i reparti di ostetricia e ginecologia, pediatria, il blocco parto e operatorio come pure il reparto di anestesia e rianimazione che a breve, non appena cominceranno alcuni interventi, sarà trasferito momentaneamente nell’ex Utic. E da sabato scorso l’unità operativa diretta da Vincenzo Pace può godere anche di un nuovo ecografo per le cure palliative che è il segno tangibile di una solidarietà territoriale nel nome di Simone. I tempi stimati per l’abbattimento dell’ala vecchia inagibile e per la realizzazione dell’eliporto sono almeno di cinque anni.

Andrea D’Aurelio

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