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SULMONA – Si mette in viaggio fra neve e bufera per raggiungere l’ospedale di Ancona dove doveva sottoporsi a un trapianto di rene. Per quel viaggio della speranza, che poteva costargli caro per la sua salute, ottiene il rimborso da parte della Asl Avezzano-Sulmona-L’Aquila dopo due anni e mezzo. Protagonista della vicenda è un sulmonese, M.L., che aveva presentato istanza di rimborso a marzo 2017, due mesi dopo quel delicato intervento. La Giunta Regione, attraverso le aziende Asl, concede rimborso e sussidi ai pazienti nefropatici che si sottopongono ai trapianti renali, ma solo a determinate condizioni. L’azienda sanitaria ha quindi accertato che il sulmonese ha diritto al rimborso ma la somma è stata erogata dopo due anni e cinque mesi. Ma andiamo con ordine. Era il 6 gennaio 2017 quando M.L., nel bel mezzo di una copiosa nevicata, avendo ricevuto durante la notte la convocazione per essere sottoposto a trapianto nello stesso giorno, si è messo in viaggio dopo essersi sottoposto alla dialisi con il proprio automezzo, nonostante le avverse condizioni atmosferiche. La richiesta d’intervento inoltrata a Carabinieri e Polizia Stradale, per il timore di non raggiungere in tempo l’ospedale di Ancona, ebbe riscontro negativo. Con l’emergenza maltempo di quell’anno non poteva essere altrimenti. Ed è così che l’uomo nel corso del viaggio, arrivato a Chieti, chiede aiuto alla Croce Rossa di Sulmona e alla Croce Verde di Pratola Peligna, non essendo più in grado di proseguire il percorso in tutta sicurezza. I mezzi non sono disponibili e alla fine è stata la Croce Rossa di Pescara, con un’ambulanza adeguata, a trasportare l’uomo al nosocomio di Ancona. Durata del viaggio? Cinque ore e trenta minuti. Il maltempo ci ha messo il carico da novanta ma per un nefropatico sottoposto a dialisi e in attesa di trapianto al rene non è il massimo. La Asl, con provvedimento numero 23 del 22 agosto scorso, emesso dal distretto sanitario dell’area peligno-sangrina, ha disposto di “liquidare la somma di 370 euro, quale rimborso spese di viaggio, a favore del paziente nefropatico sottoposto a trapianto renale”. Ci sono voluti 29 mesi per chiudere la pratica e, fermo restando la correttezza delle procedure da parte della Asl, i tempi della burocrazia e della sanità restano ancora troppo distanti dalle esigenze degli utenti. Basti pensare che, in un altro caso del quale si interessò il Tribunale per i diritti del Malato, un malato nefropatico di Cocullo ottenne dopo alcuni anni il rimborso delle spese di viaggio ma era già morto. Ma questa è un’altra storia.

Andrea D’Aurelio

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