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SULMONA – La gara d’appalto per affidare il servizio di manutenzione delle telecamere di videosorveglianza installate in città si fa attendere, nonostante gli annunci, e le immagini che potrebbero risultare utili alle indagini investigative non si possono scaricare se non attraverso procedure farraginose e molto lunghe. Continuano i disagi legati al funzionamento del sistema di videosorveglianza cittadino. Mentre si punta all’accesso dei fondi per il progetto di sicurezza urbana, dopo il patto firmato in Prefettura nei giorni scorsi dal sindaco di Sulmona Annamaria Casini, dagli uffici di Palazzo San Francesco la gara che serve ad affidare il servizio di manutenzione delle telecamere ancora non viene esperita e le conseguenze non sono di poco conto. Gli inquirenti infatti non avrebbero la possibilità di ottenere le immagini a stretto giro, dal momento che l’appalto con il Comune di Sulmona risulta scaduto da due anni senza che si sia proceduto al rinnovo. Solo dopo la lunga trafila si viene a capo della vicenda ma si sa che alcuni casi di cronaca necessitano di riscontri celeri che la videosorveglianza può dare. A questo va aggiunta la scarsa utilità delle telecamere, in alcune zone della città, come è avvenuto nei mesi scorsi in via Cornacchiola quando l’obiettivo inquadrava il marciapiede e non sarebbe stato possibile risalire all’autore di uno scippo che passava proprio in quel momento davanti la telecamera. Su questo fronte, ad onor del vero, c’è il massimo impegno dell’amministrazione comunale con il sindaco Annamaria Casini e la consigliera Roberta Salvati che stanno spingendo il piede sull’acceleratore. La prima ha siglato il patto con il Prefetto per l’accesso ai fondi del progetto volto a implementare il sistema di videosorveglianza. L’altra ha fatto allocare 30 mila euro in bilancio per l’acquisto e il posizionamento di nuove telecamere in alcune zone sensibili come via Avezzano e via Solimo ma anche per il restyling di quelle esistenti. Non a caso proprio la Salvati nei giorni scorsi ha effettuato un sopralluogo e una ricognizione del sistema di videosorveglianza assieme alla Polizia Locale. Ma la cronaca non concede tregua. Gli ultimi episodi impongono un’accelerata sul fronte della burocrazia perché la microcriminalità non aspetta i tempi della Pubblica Amministrazione.

Andrea D’Aurelio

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