banner
banner

SULMONA – Dal confronto alle nuove scaramucce è un attimo. Si torna in aula consiliare ancora una volta con il clima teso per una discussione che non si sa con esattezza a cosa porterà. La vigilia della seduta dell’assise civica, chiesta e ottenuta della minoranza, ha fatto registrare vertici ad alta tensione da ambedue le parti. L’opposizione dopo aver fatto marcia indietro sulle consultazioni con il sindaco Annamaria Casini, si è riunita nel summit pre-consiliare che non ha portato a delle sostanziali novità, salvo la fibrillazione suscitata dal consigliere comunale Bruno Di Masci, secondo il quale qualche fuori programma domani potrebbe esserci. Resta il fatto che la minoranza è tornata sui suoi passi e ha rinviato direttamente a domani il confronto con il sindaco che inizialmente aveva fissato degli appuntamenti istituzionali per consultare tutte le forze politiche ma dopo alcune frizioni è stato un capogruppo di minoranza, a nome di tutti i consiglieri di opposizione, a chiedere al primo cittadino di cancellare i colloqui fissati. Dall’altra parte la situazione non è meno agitata ma tutt’altro. Anche la maggioranza, dopo la pizza di metà settimana che non ha fatto gola al gruppo di Avanti Sulmona, ha tenuto il suo vertice pre-consiglio che impone subito una domanda: se il sindaco certifica la fine politica della coalizione di “Noi per Sulmona” e apre a tutti i gruppi consiliari, perché continuano a tenersi summit con tutti i consiglieri della maggioranza uscita dalle urne? A prendere parte al tavolo non sono stati solo i sei consiglieri pro Casini ma anche il Presidente del Consiglio Comunale Katia Di Marzio e il consigliere Andrea Ramunno che ha fatto scaldare di nuovo gli animi, risvegliando l’interesse di chi dall’altra parte vuole da tempo chiudere la partita, cioè staccare la spina. Ma il consigliere di Adesso Sulmona avrebbe solo contestato il metodo, rivendicando l’autonomia domani di intervenire nella discussione come e quando ritiene opportuno. Un passaggio che non comporta necessariamente una decisione, restare in maggioranza e incalzare quindi l’altro consigliere Fabio Pingue a scegliere da che parte stare o passare in minoranza e dar modo a qualcuno dell’opposizione di tirare in ballo di nuovo la raccolta firme per le dimissioni in blocco. Come pure non significherebbe un nuovo assolto al sindaco in aula. Tutto è quindi rimandato a domani con l’unica certezza, forse, che la nuova seduta della massima assise sarà tutt’altro che tranquilla e risolutiva.

Andrea D’Aurelio

Lascia un commento