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SULMONA – Ai nastri di partenza la nuova giunta politica che dovrà traghettare la città fino alla scadenza naturale del mandato. Dopo le indiscrezioni tutte confermate sulla nomina degli assessori, questo pomeriggio il sindaco Annamaria Casini ha ufficializzato la designazione della Giunta Comunale e ha assegnato le deleghe ai suoi più stretti collaboratori. Il dato più rilevante che emerge è la collocazione politica del Presidente del Consorzio di Bonifica, Salvatore Zavarella, che entra nell’esecutivo comunale in quota Di Masci e Fauci, come dichiarato dal diretto interessato. Un’operazione che gli esperti della politica definiscono “geniale” ma che comunque delinea il quadro della nuova maggioranza in Consiglio Comunale composta da nove elementi, sindaco compreso, ai quali a questo punto si aggiungerebbe anche il consigliere Di Masci che aveva aperto la crisi a fine novembre e che continua a sostenere, a microfoni accesi, di non aver designato alcun assessore e di non garantire l’appoggio all’esecutivo comunale. La Giunta Comunale riparte dai temi scottanti con Marina Bianco vice sindaco che prende la delega al sociale e alle politiche della casa, anche lei si dice vicina a Bruno Di Masci; l’avvocato Luigi Di Cesare che gestirà il patrimonio e i contenziosi designato dal consigliere Antonio Di Rienzo; Manuela Cozzi, voluta dalla Casini, mantiene tutte le principali deleghe con l’aggiunta del centro storico; Salvatore Zavarella lavorerà su lavori pubblici e ricostruzione. Bilancio e partecipate restano a Mariani ( civici) mentre il sindaco ha tenuto per sé le deleghe all’urbanistica, all’associazionismo e alla Polizia Locale. Dopo un mese e mezzo di liti e tentativi di staccare la spina, l’amministrazione si rimette in carreggiata. “Ho cercato di intensificare il colloquio con la maggioranza di riferimento e i consiglieri comunali civici mi hanno dato l’indicazione di riaprire un confronto con gli ex Pd, con i quali era stata varata l’intesa tecnica l’anno scorso. Siamo ripartiti da lì – ha spiegato la Casini– quello è stato il punto di svolta”. Altro che dieci dimissioni contestuali e cinque liste elettorali pronte. Le giunte cambiano e gli alleati pure ma lei, la Casini, resta in sella, anche questa volta. Sulle sorti dell’amministrazione comunale pesa la mozione di sfiducia, depositata ieri da sei consiglieri, che sarà discussa probabilmente il prossimo 20 febbraio anche se la conferenza capigruppo non ha ancora individuato una data. E se è vero come è vero che la maggioranza ha nove voti, la mozione probabilmente non passerà. La Casini si è quindi meritata l’appellativo di sindaco “Highlander”, vale a dire l’Ultimo Immortale, il titolo del film del 1986 diretto da Russell Mulcahy. Solo tre consiglieri dell’assise civica, nell’arco di tre anni e mezzo, non hanno stretto alcun patto civico con il sindaco che, per merito personale o forse perché nessuno dei consiglieri ha voluto lasciare lo scranno, è rimasto l’unico punto fermo di un progetto civico che è stato tutt’altro che stabile per la città. La scadenza naturale del mandato è fissata però per maggio 2021. E la storia politica della città ci insegna che tutto può succedere.

Andrea D’Aurelio

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