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Sulmona – “I tedeschi abbatterono l’Eremo di Celestino V”. S’intitola così un articolo del giornalista sulmonese Nino Paolilli pubblicato lo scorso 17 aprile sulle pagine del quotidiano Il Giornale. La testata nazionale ha dato spazio al ricordo dell’invasione tedesca a Sulmona negli anni ’43 e ’44. Nino Paolilli all’epoca aveva 7 anni ed abitava nella località Badia Morronese nei pressi dell’Abbazia Celestiniana. Dopo aver descritto i luoghi con l’Eremo di Celestino V incastonato fra le rocce del Monte Morrone dove dimorava Fra Pio, al secolo Francesco Tessitore, Nino Paolilli parla di quello che accadde. “Si vociferava – si legge nell’articolo – che una radio trasmittente fosse nascosta nell’eremo o fra le rocce intorno. I tedeschi decisero di abbattere a cannonate l’eremo. Avvisarono il frate dell’imminente bombardamento, invitandolo ad abbandonare il luogo. Essendo conosciuti per i loro drastici metodi, furono in un certo senso pazienti, senza tuttavia evitare di minacciarlo che avrebbero proceduto anche se lui fosse rimasto lì. Un vecchio pastore del luogo il quale aveva accompagnato sul posto la pattuglia tedesca riuscì a convincere il frate a lasciare l’eremo. Dalla finestra sul retro della mia casa assistetti atterrito alla distruzione con il cannone piazzato nel campo di concentramento tedesco (campo 78 – numerazione che i tedeschi diedero ai loro campi di concentramento). Con 47 cannonate venne abbattuta quasi completamente la costruzione, ma, ironia della sorte, la radio spia continuò a trasmettere, essendo stata collocata altrove”. Questo il ricordo di Nino Paolilli di quando fu abbattuto l’Eremo di Celestino V che subito dopo la guerra venne ricostruito a regola d’arte. Paolilli oltre ad essere giornalista è scrittore. Passioni che ha coltivato negli anni scrivendo sette romanzi e quattro libri di poesie. Nella sua ultima pubblicazione “A tre passi dal cielo” presentata nel settembre scorso nell’aula consiliare del Comune di Sulmona Nino Paolilli ha espresso l’amore per le montagne ed in particolare per la Majella ed il Morrone. I suoi scritti spingono a nutrite riflessioni come quella riguardante l’Eremo di Celestino V ben descritta sulla testata nazionale de Il Giornale.

Domenico Verlingieri

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