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SULMONA – Nella sala Azzurra della Camerata Musicale Sulmonese si è tenuto un incontro per ricordare Armando Sulprizio pittore sulmonese, definito da alcuni: pittore di strada, scomparso quattro anni fa. “Tra segno ed illusione ricordando Armando Sulprizio” questo il tema dell’incontro. Presente la sorella Ferminia, Italia Gualtieri curatrice dello Spazio MAW, Paolo Castelli storico dell’arte, Valter Matticoli direttore della Scuola Popolare di Musica di Sulmona. Presenti molti amici e persone che lo hanno conosciuto, molti gli estimatori, che hanno affollato la sala Azzurra della Camerata.
Al ricordo di Armando si è voluto dare un tocco artistico così come era nella sua indole. Infatti ci sono stati intermezzi musicali con Giorgio Bafile al pianoforte ed Ivana Giunta che ha letto alcuni brani in ricordo di Armando. Con l’occasione è stata presentata una bella pubblicazione con fotografie di Armando ed altre scattate da lui, perché, tra le altre passioni, amava anche la fotografia. Molti amici hanno scritto di lui, altri hanno espresso il loro ricordo proprio durante l’incontro.
Armando era un uomo impegnato anche socialmente. Iscritto al partito comunista combatté le sue battaglie per il sociale. Molto il suo impegno per l’ambiente, fu ambientalista accorto e stimato per la sua serietà ed onestà culturale. Tra le sue battaglie ricordiamo quella contro il gasdotto e quella per la smilitarizzazione di Monte San Cosimo. Fu fondatore della Scuola Popolare di Musica, come ha ricordato Valter Matticoli. Comunque non era un ribelle od un rivoluzionario, riteneva che il partito comunista, a cui aveva aderito in età giovanile, potesse aiutare i più deboli. Questo era il suo impegno sociale, aiutare gli ultimi.
Anche noi abbiamo conosciuto ed apprezzato Armando, alla sua pittura abbiamo dedicato alcuni servizi. Ricordiamo che nell’ottobre del 2010 dipinse una grande tela esposta nella sede sulmonese della Provincia in Via Mazzara a Sulmona, in occasione di una manifestazione denominata “Giornate italo- palestinesi”.
Non volle rilasciare interviste, ma volle comunque esprimere il suo pensiero su quella tela: “L’opera è frutto della mia fantasia – ci disse – un sogno nato dalla memoria di quando ero bambino e ci si parlava di Gerusalemme, come culla della cristianità, ma oggi teatro di un grave conflitto”.
Gaetano Trigilio

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