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COCULLO – Il rito dei Serpari verso il riconoscimento Unesco come patrimonio immateriale. La Commissione preposta, composta da Giovanni Zanfarino e Stefania Baldinotti, sarà a Cocullo il prossimo fine settimana per assistere dal vivo al rito, in occasione della festa di san Domenico Abate. E’ questa la grande novità dell’edizione 2017 della manifestazione che, tra il sacro e il profano, ogni anno richiama migliaia di turisti e pellegrini da tutto il mondo. E la presenza dell’apposita commissione, per niente scontata, lascia ben sperare sulla conclusione dell’iter. Il dossier del rito dei Separi di Cocullo è finito sul tavolo dell’Unesco lo scorso 23 gennaio ed ha ottenuto parere favorevole tant’è che è stato inserito nella lista “salvaguardia urgente”. Un riconoscimento che accelera tutte le procedure dal momento che tali riti hanno una corsia preferenziale dal momento che si afferma il principio del rischio di scomparsa delle secolari tradizioni con il fenomeno dello spopolamento dei singoli territori. Ne consegue che si riconosce l’urgenza di adottare una serie di misure per frenare il declino di questo tipo di manifestazioni. La pratica per il riconoscimento del Rito dei Serpari patrimonio Unesco è stata portata avanti grazie a un lavoro di rete e sinergia che ha coinvolto tredici comuni, di cui otto sono abruzzesi. Il minimo comune denominatore è la devozione a san Domenico. Da qui l’inserimento del Rito dei Serpari in un percorso che parte da Cocullo e arriva a Sora con l’Abbazia di san Domenico, ma anche a Pretoro con il “Miracolo di San Domenico e il Lupo”. La due giorni dedicata all’edizione 2017 del Rito dei Serpari si apre il prossimo 30 aprile alle ore 9,30 con il convegno “A venti anni dalla morte di Alfonso Maria Di Nola”. Si tratta del primo antropologo che valorizzò il rito dei serpari. Il giorno seguente, lunedì 1 maggio, alle 11 avrà luogo la Santa Messa officiata dal vescovo di Sulmona-Valva Angelo Spina e a seguire, alle ore 12, la sacra processione con la partecipazione dei Serpari. E Cocullo per 48 ore sarà la capitale della fede e del folklore.

Andrea D’Aurelio

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