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È diventata ormai una moda parlare di “Brigantaggio”. Una moda o un affare turistico? L’importante è non riscrivere la storia, a proprio piacimento, di un fenomeno che ha caratterizzato il meridione d’Italia fino a tutto il 18° secolo. “Brigante” è sinonimo bandito, ovvero una persona la cui attività è illegale o fuorilegge. In sostanza il brigante era un malvivente che attentava a mano armata alla vita e alla proprietà altrui, spesso come membro di una banda. Il brigantaggio, presente già nell’antichità, si diffuse in Italia a partire dall’Alto e Basso Medioevo fino ai primi decenni del Novecento, sostituiti da vere e proprie organizzazioni criminali diffusesi poi anche a livello internazionale. img-20191205-wa0008Il fenomeno si diffuse in fasi di squilibrio sociale e politico, per il quale bande di malfattori, riunite e disciplinate sotto l’autorità di un capo, attentavano a mano armata a persone e proprietà. In età medievale erano soldati avventurieri a piedi, che facevano parte di piccole compagnie mercenarie. Ma tant’è! Oggi le storie dei briganti sono vive nel cuore degli uomini e delle donne di passate generazioni ma non lasciano indifferenti le attuali. Alcune di queste raccontano episodi che sono stati tramandati dai nonni ai nipoti: si tratta di vicende ancora vive nella memoria collettiva, ancora noti sono per esempio quei periodi caratterizzati dalla miseria, e dai poveri e diseredati della terra. Il saluto del brigante è “Chi vive?”, poi scambiato come il grido di vendetta verso l’oppressore, è l’urlo di riscatto del popolo affamato. Va detto, ad onor del vero, che i briganti stavano spesso al servizio proprio di questi padroni oppressori. Ma “Chi vive” è anche l’eco del libro che verrà presentato sabato 7 dicembre alle ore 17.30 presso la Sala consiliare del Comune di Tagliacozzo. “Chi Vive? Uomini diventati briganti” è frutto di un’impegnativa ricerca in archivio condotta dall’autore di Pretoro (Chieti), Fabrizio Fanciulli che sarà accolto dal sindaco di Tagliacozzo Vincenzo Giovagnorio e dal Professore Emanuele Nicolini, Presidente dell’Associazione Culturale Marsicana. L’evento sarà moderato dal giornalista Alessandra Renzetti. vincenzo-giovagnorio-2-1024x683Giustamente Vincenzo Giovagnorio, Sindaco di Tagliacozzo, riporta l’attenzione sul vero fenomeno del brigantaggio, prendendo le distanze dai luoghi comuni e rivendicando la necessità di approfondire la questione, oltre il simbolismo popolare. «La tensione storico politica del meridione d’Italia dopo il processo unitario del secolo XIX è caratterizzata dal cosiddetto fenomeno del brigantaggio – dichiara Vincenzo Giovagnorio – Sicuramente una realtà storica complessa e ancora molto da indagare». Trae spunto da questi concetti l’interesse ad accogliere la proposta di presentare il libro di Fabrizio Fanciulli, vicesindaco di Pretoro, intitolato “Chi vive?  Uomini diventati briganti”. borgesL’evento coincide con una data significativa per Tagliacozzo: l’8 dicembre di 158 anni fa la Città fu teatro dell’esecuzione del generale Catalano Josè Borjes, giunto dalla Spagna per riorganizzare militarmente i nazionalisti duosiciliani contro l’invasore piemontese. Luci ed ombre di una storia di cui furono protagonisti anche uomini e donne delle nostre contrade che con coraggio e a volte con violenza ingiustificata diedero vita per la prima volta al fenomeno della resistenza nazionale. Il libro racconta figure, vicende, ambienti, scorci di paesi toccati dal passaggio dei briganti, travolti dalla storia e da vicende tragiche di una vita difficile. Ma vi descrivono anche storie di tradimenti, di uccisioni, di episodi dolorosi che hanno determinato il futuro degli uomini e delle donne del posto. Le storie si snodano lungo tutto il versante appenninico della Montagna Madre, la Majella. “Chi Vive? Uomini diventati briganti”, di Fabrizio Fanciulli, è edito da SIGRAF e gode anche del patrocinio del Ministero dei Beni Culturali. (Fonti: Dizionario Treccani; Comune di Tagliacozzo)

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