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Questa è la tipica risposta che un genitore da ad un figlio di fronte a domande sul sesso. Si cerca di rimandare, ci si imbarazza, si ha paura che la conoscenza porti alla pratica. Si pensa: “ora cambio discorso”.

Oggi attraverso i media siamo bombardati dal sesso in tutte le sue versioni: omicidi a sfondo sessuale, violenze, film e trasmissioni esplicite; tutto questo però senza una conoscenza e una reale comprensione da parte dei più giovani che si ritrovano nell’occhio di un ciclone di immagini e supposizioni prive di base critica.

the-trouble-with-girlsUna ragazza di 24 anni incinta mi confessò che a tre mesi di gravidanza voleva prendere la pillola del giorno dopo.

Questa frase può far ridere i più – io ne fui colpita profondamente – in quanto mostrava una quasi totale assenza di consapevolezza del proprio corpo e di ciò che lo riguarda.

Oggi, tramite la rete, pur avendo accesso a tutte le risposte spesso non sappiamo esattamente quali domande porci.

Il sesso è una pratica da imparare come se si dovesse andare a lavorare come garzone da un artigiano, facendo esperienza pratica, dove le teorie sono nascoste e non spiegate per vergogna.

segniNel 2013 il Dipartimento generale delle Politiche interne dell’Unione pubblica il rapporto “Policies for Sexuality Education in the European Union” nel quale è possibile leggere che “L’educazione sessuale è obbligatoria nella maggior parte degli Stati membri dell’Unione europea, tranne in Bulgaria, Cipro, Italia, Lituania, Polonia e Romania” e invece “Dal 1968, l’educazione sessuale è stata resa obbligatoria nelle scuole in Germania, 1970 in Danimarca, Finlandia e Austria e nel 1998 in Francia.” Questo mostra, non solo un grande divario culturale tra Stati, ma anche quanto lavoro ci sia da fare sul tema dell’educazione sessuale vista, oltre che come prevenzione di malattie sessualmente trasmettibili, anche sotto l’aspetto dell’acquisizione di nozioni atte ad educare le persone al rispetto del proprio corpo e dei propri bisogni.

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