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SULMONA – Il giorno dopo dell’accordo storico alla Marelli da un lato c’è chi esulta e dall’altra chi ridimensiona la portata dell’intesa. A parlare di “svolta epocale col Modello Sulmona” sono Fiom, Uilm e Uglm. “L’intesa è stata possibile, grazie alla straordinaria forza dei lavoratori e al tavolo unitario”, rilevano le tre sigle sindacali in una nota. “La lotta dei lavoratori ha prodotto un percorso unitario che non si esaurirà con la firma dell’intesa ma proseguirà con l’obiettivo di migliorare le condizioni di lavoro nello stabilimento di Sulmona. La forza messa in campo dai lavoratori e l’unità sindacale dimostra che è possibile negoziare con l’azienda. Oggi, questa ritrovata unità in Magneti Marelli Sulmona, sarà un valore aggiunto per portare avanti le istanze dei lavoratori”, aggiungono. Si pone su un altro fronte il Segretario dell’Ugl Metalmeccanici Antonio Spera sostenendo che “l’accordo sindacale non rappresenta nessun ‘modello’ da esportare, né alcun ‘nuovo corso’ ma è un semplice accordo aziendale interno, legato quindi alla situazione particolare dello stabilimento abruzzese”. “L’unico corso attuale nel gruppo Fca è rappresentato dalla rivoluzione operata con l’introduzione del ccsl. Un percorso che ha già dato i suoi frutti con incrementi salariali per i lavoratori italiani del Gruppo – conclude Spera -, dimostrando la validità della strada intrapresa”. A prescindere dalla valenza che i sindacati attribuiscono all’accordo, l’intesa siglata prevede una modifica della turnazione aziendale, la fine dei contratti di solidarietà, l’assunzione di 43 lavoratori e percorsi di verifica dei turni.

Andrea D’Aurelio

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