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SULMONA – «Gli italiani non hanno più soldi da spendere e se non ci sono i turisti a tenere su le vendite questo è un mestiere che rischia di andare a morire. Un tempo, dopo una giornata di mercato tornavi a casa con un ricavo che poteva dare serenità all’impresa ed alla famiglia. Oggi, togliendo dal ricavato di una giornata di mercato quanto hai dovuto pagare di tasse, si va subito in negativo!». È fortemente sconfortato Franco Liberatore, Vice Presidente dell’Anva Abruzzo, ambulante con una vita spesa tra bancarelle e piazze. La sua è una delle circa 100 bancarelle che affollano Piazza Garibaldi, a Sulmona. Secondo la Confesercenti “non può essere più rinviato il tempo per una vera ristrutturazione e riqualificazione del mercato del mercoledì e del sabato. «La gente passa, guarda da lontano, ma non compra niente – spiega Pietro Leonarduzzi, Vice Presidente della Confesercenti – è un periodo davvero difficile. La crisi sta colpendo tutti e anche i turisti spendono meno e con più attenzione. Le persone quando c’è il mercato scendono in strada, si fanno una passeggiata ma non comprano quasi nulla». Ed effettivamente i passanti che si fermano tra le bancarelle per comprare sono davvero pochissimi, mentre attraversano Piazza Garibaldi guardando merci e prodotti. «Con la crisi che c’è, con la mancanza di lavoro e, quindi, di reddito, le famiglie cercano di evitare o di limitare le spese – fa notare Angelo Pellegrino, responsabile del Centro Studi Cescot – ormai si va al mercato più per farsi un giretto che per comprare. Se qualcuno intende prendere un prodotto, una merce, si presenta tra le bancarelle con quell’obiettivo in testa cercando l’offerta migliore. Un tempo si andava al mercato e ci si faceva attrarre dai venditori e dai loro prodotti. Si tornava a casa con vari acquisti anche se non si era usciti di casa con quell’intenzione. Oggi non è più così». Le associazioni di categoria spingono il piede sull’acceleratore per salvare il mercato, da sempre fiore all’occhiello della città, che vanta oltre 700 anni di storia.

Andrea D’Aurelio

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